02 Mag 2024

Roma, 4 lug. (Labitalia) - I piani di emergenza contro la siccità sono importanti per salvare le 270mila imprese agricole che si trovano nelle sei regioni che hanno gia presentato piani di emergenza, che rappresentano da sole quasi la metà (49%) del valore dell'agricoltura italiana. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento ai provvedimenti regionali sulla crisi idrica in vista del decreto del governo annunciato dal premier Mario Draghi. In Piemonte, Lombardia
Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lazio si producono il
79% del grano tenero per fare il pane, il 90% mais per l'alimentazione degli animali, il 97% del riso, ma si allevano anche il 69% delle mucche e l'88% dei maiali, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat.

Un capitale dell'agroalimentare Made in Italy che rischia di sparire sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro, secondo Coldiretti. Il dimezzamento delle piogge nel 2022 ha avuto un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno segnare cali del 45% per il mais e i foraggi che servono all'alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro per la pasta nelle regioni del sud che - sottolinea la Coldiretti - sono il granaio d'Italia.

In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature di 40 gradi, e del 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove - evidenzia la Coldiretti - si allargano le zone di ''acqua morta'', assalti di insetti e cavallette che solo in Sardegna hanno già devastato quasi 40mila ettari di campi.

IRPINIA FELIX

04 Lug 2022

L’Immenso paesaggio dell’Irpinia, terra di rilievi, gole, valli, borghi ed altipiani, una fotografia che sfuma tra la Toscana senese e il Sud Ovest americano raccontato da Bonelli nella meravigliosa saga Texiana, lo ammiri da un “balcone” meraviglioso: l’agriturismo “L’Aia di Lazzaro”.

La famiglia Pacifico ha animato un podere dei tratturi appenninici trasformandolo in un regno di ospitalità, dove la ruralità si trasforma in sobria, ma vivace, eleganza.

La struttura domina il piccolo centro di Casalbore, noto per il gemellaggio con la juventinissima Vinovo, e per un fantastico Castello Normanno meta dei Cavalieri Templari.

L’Irpinia offre oltre settanta castelli.

Sull’aia terrazzata dell’agriturismo è poetico cenare o fare delle infinite colazioni rapiti dalla visuale e dalle ricette della signora Clementina, dei figli o della nuora, tutti in squadra per trasformare la vostra permanenza in una profonda immersione nelle cose più raffinate della campagna irpina.

La torta di ciliegie potrebbe essere l'ultimo peccato prima di andare a dormire e il primo al risveglio.

Le carni cucinate convertirebbero un vegano solo con il profumo.

In questo agriturismo, affiliato ad ACLI TERRA, l’olio è un must e nell’offerta spiccano la Ravece e la Marinese, due straordinarie qualità autoctone.

Sulle tracce dell’olio vi proponiamo, poi, un cammino targato Unapol.

A Bonito cercate l’agriturismo “La Macchia”, una vera e propria oasi biologica, dove visitare un oliveto senza…macchia, ma curato con l’attenzione del rispetto dei cicli della natura, comprese le tecniche contro la fastidiosa mosca dell’olivo.

Un casale capace di ospitarvi e viziarvi con la ruralità più tradizionale.

In un altro centro della valle del fiume Calore, a Lapio, più verso Avellino, un riferimento va inserito nelle vostre agende: “La Fattoria di Maria Petrillo”.

Una azienda agricola dove innovazione e tradizione sono in equilibrio offrendo una ospitalità da osteria metropolitana di alto livello.

Un uliveto ricco di rievocazioni tradizionali così come la sala ristorante, ma contemporaneamente la volontà di esplorare l’innovazione della filiera enogastronomica.

Sono fantastiche le lasagne con le fave e una scoperta il baccalà con i ceci.

Parliamo di uliveti ed olive allora un salto in frantoio è obbligatorio, Azienda Fam a Venticano in piena Valle del Calore.

Un frantoio tenuto a lucido con la migliore tecnologia, capace di produrre miscele olearie fantastiche, sia tradizionali che aromatizzate. La struttura elegantemente gestita ha una sala degustazioni degna di un ristorante stellato.

E’ un frantoio incastonato in una collezione d’arte moderna.

I borghi sono tantissimi, abbiamo detto della affascinante Casalbore, ma vi invitiamo a conoscere la più nota Taurasi.

Il borgo dal quale partivano in treno le uve per salvare il Bordeaux quando era attaccato da batteri infestanti.

Anche qui i Normanni hanno lasciato un castello tutto da scoprire con una visita guidata sensoriale.

Per i golosi Taurasi potrebbe offrire del torrone artigianale di grande pregio.

Dal vino rosso del Taurasi potremmo passare a brindare più ad ovest in una cantina di storica fama.

A Sorbo Serpico, paese di 1000 abitanti, possiamo trovare la giapponesissima cantina di “Feudi di San Gregorio”.

Un giardino zen rilassante, così come le eleganti sale degustazioni, e un roseto quasi aventiniano.

Benvenuti in Irpinia e la inserirete tra le terre che regalano gusto e passione.

Nicola Tavoletta

(DIRE) Roma, 28 giu. - Aziende agricole in calo in tutte le regioni, soprattutto al Centro-sud. Secondo quanto si legge nel 7° Censimento generale dell'agricoltura realizzato dall'Istat, tra il 2020 e il 2010 il numero di aziende agricole scende di almeno il 22,6% (il caso della Sardegna) in tutte le regioni, ad eccezione delle province autonome di Bolzano/Bozen (-1,1%) e di Trento (-13,4%) e della Lombardia (-13,7%). Il calo più deciso si registra però in Campania (-42,0%).
Nel decennio la riduzione del numero di aziende è maggiore nel Sud (-33%) e nelle Isole (-32,4%) mentre nelle altre ripartizioni geografiche si attesta sotto la media nazionale. La dinamica delle superfici agricole utilizzate è molto più variegata. A fronte di una flessione del 2,5% in media nazionale, la SAU cresce in otto regioni (Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Puglia, Sardegna) mentre tra quelle dove si registra una riduzione, oltre alle due province autonome spiccano la Toscana (-15,2%) e la Basilicata (-11,1%).
Nel complesso, le superfici si riducono meno nel Nord-est (-1,7%) e nel Nord-ovest (-2%) e risultano in lieve crescita nelle Isole (+1,4%).

Con l'emersione prepotente della "questione siccità" il problema del caro gasolio in agricoltura aumenta esponenzialmente. Per il funzionamento dei pozzi e per la distribuzione dell'acqua, gli agricoltori stanno utilizzando quantitativi superiori di carburanti, incidendo drammaticamente su un bilancio già difficile minato da tale voce di costo.

In Puglia poi vi è anche la questione Xylella ad aggravare la situazione per le procedure di contrasto che prevedono maggiori arature dei campi. In un confronto sul tema Tommaso Loiodice, Presidente Unapol, ha dichiarato: «sostengo la necessità conclamata di urgenti misure economiche per gli olivicoltori già provati, considerando il settore trainante per il Mezzogiorno».

In un incontro in Irpinia con gli olivicoltori associati, Nicola Tavoletta, Presidente Nazionale ACLI TERRA ha ribadito: «non possiamo indugiare sul caro carburanti, considerando tale fenomeno speculativo. Giuste le misure del Governo Draghi, ma è la realtà a chiedere di più. Inoltre stiamo chiedendo ai nostri parlamentari europei di aprire nelle Istituzioni comunitarie il confronto sul tetto dei costi per i produttori».

"Razionalizzare utilizzo dell’acqua individuando le priorità, come stabilisce chiaramente la legge: prima gli usi civili, poi l'abbeveraggio degli animali, quindi l'agricoltura e dopo l'industria"

Così si è espresso il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, intervenendo a '24 Mattino' condotta da Simone Spetia su Radio 24.

"Stiamo costruendo un quadro chiaro rispetto allo stato d'emergenza per individuare quali sono i criteri di accesso allo stato d’emergenza, anche se è evidente che il fatto che continua a non piovere è di per sè l’emergenza, con la consapevolezza che non sarà soltanto la decretazione di emergenza a risolvere il problema". Pochi gli strumenti di intervento e "va portato a livello centrale, con un tavolo di coordinamento, tutto il quadro delle decisioni per evitare che vi siano tra settori diversi e tra zone diverse del Paese guerre sull’uso dell'acqua". 

Il ministro ha poi concluso: “Ma non è un’emergenza di quest'anno, dobbiamo adoperarci per risolvere strutturalmente per quanto possibile il tema dell’uso dell’acqua".
(Com/RoPag)