12 Dic 2024

Acli Terra esprime preoccupazione in merito all’accordo commerciale siglato tra l’Unione Europea e i Paesi del Sud America (il cd "Mercosur".

Sebbene l’accordo possa offrire opportunità commerciali, ci sono timori per la potenziale entrata sul mercato europeo di prodotti alimentari che potrebbero non rispettare gli elevati standard qualitativi e di sicurezza a cui sono abituati i consumatori europei. In particolare, è necessario garantire una piena reciprocità nelle normative, al fine di evitare situazioni di concorrenza sleale che potrebbero danneggiare le imprese agricole e alimentari europee.

“È fondamentale che l’accordo preveda meccanismi efficaci di controllo e verifica della conformità dei prodotti importati alle normative europee” - dichiara il Presidente Nazionale di Acli Terra Nicola Tavoletta - “Solo in questo modo potremo tutelare la qualità dei prodotti made in Europe e garantire la fiducia dei consumatori”.

Acli Terra chiede, inoltre, un potenziamento dei fondi destinati alla Politica Agricola Comune (PAC) per sostenere le imprese agricole europee nell’affrontare le sfide poste dalla globalizzazione e per promuovere una produzione agricola sostenibile e di qualità.

“La sovranità alimentare è un obiettivo strategico per l’Europa”, ha aggiunto Tavoletta. “È importante investire nel settore agricolo per garantire sicurezza alimentare e competitività delle nostre imprese a livello internazionale”.

Le associazioni come la nostra sono pronte a collaborare con le istituzioni europee per trovare soluzioni condivise che possano conciliare le esigenze di un commercio aperto con la tutela degli interessi delle imprese agricole e alimentari europee.

Acli Terra apprezza quanto dichiarato dall'ANICAV sulla esportazione dei pomodori dove ci deve essere reciprocità di controllo perché è importante tutelare il nostro patrimonio affinchhé i prodotti importati rispettino gli stessi standard

Le Acli esprimono le proprie felicitazioni a Monsignor Mariano Crociata, eletto ieri presidente della Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea. Una scelta importante e di grande profilo, alla luce dell’esperienza pastorale maturata negli anni.

In un momento storico delicato, Monsignor Crociata ha ricordato quanto sia importante che l’Unione Europea torni “ad essere fonte di sviluppo e garanzia di pace per il continente e per il mondo”. Ci uniamo a questa speranza, consapevoli di condividere un unico destino e di essere chiamati a fare la nostra parte per il bene comune. 

Unità e solidarietà sono le parole che monsignor Crociata ha scelto per iniziare questo nuovo incarico, portando avanti l’idea di uno sviluppo economico che non lasci indietro nessuno. Ancora una volta la Chiesa ci indica la strada dell’ascolto e dell’incontro per costruire insieme un futuro di pace.

Quando si parla di progettazione, di opportunità e di come poter incrementare le probabilità di acquisire una sovvenzione, la domanda da cui partire è: perché gli enti istituzionali (quali UE, Governo e Regioni) attuano questi bandi di finanziamento?

La prima risposta è: per creare “impatto”. Dove, con il termine impatto si intende il cambiamento (sociale, economico, ambientale) che sarà generato nel lungo periodo dai risultati del progetto, migliorando il contesto di riferimento e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi previsti. È un concetto che amplifica quello di “valore”, che è alla base della motivazione di un progetto: valore significa importanza, apprezzabilità o utilità di un bene per uno stakeholder all’interno di un contesto, in relazione sia ad aspetti misurabili in termini economici che ad aspetti intangibili.

Le motivazioni della messa a disposizione di cospicue risorse sui bandi di finanziamento sono quindi legate a stimolare attività progettuali che nel breve, medio e lungo periodo possano effettivamente migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, attraverso minore disuguaglianza fra regioni e classi sociali, rafforzamento della competitività delle imprese, crescita dell’occupazionale, riduzione dell’inquinamento, miglior sfruttamento delle risorse e altri benefici importanti per la società.

Nel tempo questo obiettivo della traduzione dei risultati del progetto in benefici diffusi diventa sempre più un requisito essenziale per il finanziamento delle proposte sui bandi. Non più progetti fini a sé stessi, ma iniziative che prevedono chiari e definiti step per cambiare in meglio la nostra vita.

Questo è ciò che hanno sviluppato le ACLI Provinciali di Latina nel corso di questi ultimi anni. Dar vita ad un ufficio progettazione che metta a disposizione tutti gli strumenti utili relative alle nuove opportunità (Programmazione europea 2021-2027, PNRR, Programmi Operativi Regionali) per sviluppare azioni volte a migliorare il benessere della comunità, principio fondante delle ACLI.

 

Dott. Matteo La Torre

Europrogettista – Dirigente ACLI Provinciali Latina

Transizione verde, digitalizzazione, ma anche internazionalizzazione, mobilità e inclusione sociale. Sono questi alcuni dei temi cardine dei bandi previsti dai Programmi operativi del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) della Regione Lazio, rivolti a imprese, enti di formazione, soggetti pubblici e professionisti.

I programmi della Regione Lazio a valere sulle risorse europee del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) per il settennato 2021-2027 hanno una dotazione finanziaria complessiva di 3,4 miliardi di euro. Questo budget, sommato alle risorse del PNRR e del Fondo di Sviluppo e Coesione, mette a disposizione di enti e imprese nei prossimi anni circa 16 miliardi di euro a sostegno della loro crescita economica. 

Il Fondo Sociale Europeo si occupa di ricostruire le condizioni di equilibrio e di equità all'interno di una comunità, cerca di andare in contro alle esigenze di carattere sociale, formativo, di istruzione, di inclusione sociale, di parità di genere che devono consentire di gareggiare tra pari. All'indomani dell'emergenza Covid-19 e degli effetti che la pandemia ha avuto su più fronti, adesso la Regione Lazio può focalizzare i propri sforzi per dare nuove energie ad un'economia e una società, che stanno uscendo dal letargo e riorganizzare le forze che in questa fase escono fuori con nuova energia. 

Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale è il primo che contiene una opzione di costi semplificati relativo alla rendicontazione dei costi di produzione cinematografica, questo perché quando l'onere amministrativo consuma giornate uomo di consulenti e funzionari, si rischia di perdere il risultato che si voleva ottenere. Da qui nasce la necessità di applicare misure di semplificazione amministrativa, di rafforzamento delle strutture regionali e delle società in-house, di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese e soprattutto di ridurre i tassi di errore. Oltre alla misura già adottata nel settore Cinema, sono queste le opzioni di costo semplificato:

  • Digitalizzazione;
  • Internazionalizzazione;
  • Diagnosi energetica.

La Regione Lazio è stata fra le prime regioni in Italia a ricevere l’ok della Commissione europea al programma FESR, che può contare su 1,8 miliardi di euro.

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Parallelamente, nel programma FSE – con un budget di 1,6 miliardi – viene sottolineata l’importanza di temi come la valorizzazione del capitale umano, la formazione e l’inclusione sociale.

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È necessario far si che l’insieme di tutti questi fondi, sia di derivazione regionali che nazionale e europea, si integrino, ci siano sinergie e complementarità per far si che ci sia un largo assorbimento efficace di risorse ma allo stesso tempo la capacità di impatto deve essere strategica ed efficace. Questo comporta la costruzione di progetti più complessi.

La differenza fondamentale tra fondi strutturali dell’attuale settennato e PNRR è che quest’ultimo è caratterizzato da due aspetti:

  • Eccezionalità, ovvero l'UE - in virtù della pandemia - ha cambiato il proprio paradigma di gestione delle risorse, fornendo all'Italia la fetta di finanziamenti più importante;
  • Addizionalità, ovvero rappresentano un extra rispetto a quelli stanziati solitamente.

A proposito della gestione delle due opportunità a livello nazionale, l'Italia ha la possibilità di programmare in futuro con un Governo che ha deciso di unificare sotto unica regia del ministro Fitto il PNRR e le politiche di coesione. Questo è fatto in modo da garantire un miglior coordinamento, anche se è importante dire che sono fondi diversi che vanno gestiti in maniera diversa.

A proposito della necessità di gestire in maniera sinergica e complementare, evitando sovrapposizioni, bisogna sottolineare un vantaggio che la Regione Lazio ha sul fronte delle risorse destinate alle imprese, rappresentati dalle discipline regionali che con degli automatismi hanno portato facilità e risorse a supporto delle aziende. Il secondo punto è quello della complessità delle procedure e della conseguente dispersione delle risorse. Una criticità che andrebbe risolta con una semplificazione sui bandi.

Per la Regione Lazio è in arrivo una mole importantissima di investimenti - sia di tipo ordinario che di tipo straordinario - che possono cambiare il volto del territorio e delle aziende. Tuttavia, bisogna avere la capacità di utilizzarli al meglio e di fare operazioni non occasionali, ma strategiche. La sfida importante è rendere più semplice la comprensione e l'accesso a questi finanziamenti anche da parte delle imprese.

 

Dott. Matteo La Torre

Progettista ed Esperto in Fondi UE