12 Dic 2024

Noi, Vescovi delegati delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea, riuniti durante l’Assemblea Plenaria d'autunno, ci sentiamo colmi di profonda tristezza per le orribili sofferenze umane inflitte ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina dalla brutale aggressione militare dell’autorità politica russa.
Ricordiamo le vittime nelle nostre preghiere ed esprimiamo la nostra più sincera vicinanza alle loro famiglie. Ci sentiamo ugualmente vicini ai milioni di rifugiati, per lo più donne e bambini, che sono stati costretti a lasciare le loro case, così come a tutti coloro che soffrono in Ucraina e nei Paesi vicini a causa della “follia della guerra”.
Siamo profondamente preoccupati per le recenti azioni che accrescono il rischio di un’ulteriore espansione del conflitto in corso, con tutte le sue incontrollabili e disastrose conseguenze per l’umanità. La guerra in Ucraina ci riguarda direttamente anche come cittadini dell’Unione Europea. Il nostro pensiero va a tutti coloro che si trovano in difficoltà socio-economiche sempre più drammatiche, a causa dell'emergenza energetica, dell’aumento dell’inflazione e dell’impennata del costo della vita.
Soprattutto in momenti di crisi come questo, ci rendiamo conto ancora una volta che l’Unione Europea è una realtà preziosa, secondo la sua ispirazione originaria. Siamo grati per gli instancabili sforzi dei decisori politici europei nel mostrare solidarietà all’Ucraina e nel mitigare le conseguenze della guerra per i cittadini europei, e incoraggiamo fortemente i leader a mantenere la loro unità e determinazione per il progetto europeo. In piena comunione con i numerosi appelli lanciati da Papa Francesco e dalla Santa Sede, anche noi rivolgiamo un forte appello ai responsabili dell’aggressione, affinché sospendano immediatamente le ostilità, e a tutte le parti affinchési aprano a ‘serie proposte’ per una pace giusta, in vista di una soluzione sostenibile del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Per intercessione di Maria, Regina della Pace, preghiamo il Signore di "rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace".
Approvato da
S. Em. Card. Jean-Claude Hollerich sj, Arcivescovo di Lussemburgo, Presidente
S.E. Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina (Italia), Primo Vicepresidente
S.E. Mons. Franz-Josef Overbeck, Vescovo di Essen (Germania), Vicepresidente ECC.

Si svolgerà venerdi 2 settembre dalle 9.00 alle 13 a piazza Benedetto Cairoli a Roma, accanto al ministero della Giustizia, una manifestazione di sostegno alla presidente di 'Nessuno tocchi Caino," Rita Bernardini. Bernardini è, infatti, in digiuno da 15 giorni per "sollecitare al governo un provvedimento d’urgenza sulla grave situazione in cui versano le persone detenute nelle carceri italiane e per coloro che ci lavorano" .
"Dall’inizio dell’anno - comunica l'associazione - sono 58 i detenuti che hanno deciso di togliersi la vita.
L’iniziativa nonviolenta di Bernardini e di tutti coloro che si sono uniti a staffetta al digiuno, è per dare voce a chi in prigione continua ad essere solo un numero. Cittadini detenuti così disperati da scegliere la morte perché privati dell’attenzione necessaria nel percorso di reinserimento previsto dalla Costituzione.
Lo sciopero della fame è a sostegno delle volontà manifestate dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, affinché si proceda a ridurre la popolazione detenuta in forte sovraffollamento, con misure come la liberazione anticipata speciale". Sarebbero da mettere in atto "immediatamente proposte come quella fatta da Don Davide Maria Riboldi, cappellano del carcere di Busto Arsizio, per aumentare il numero delle telefonate dei detenuti ai loro familiari e sarebbero un significativo segnale di attenzione".
La manifestazione - prosegue la nota - è di sollecitazione per la stampa e le istituzioni al dialogo e alla responsabilità".
"Altri obiettivi più a lungo termine sono rivolti a tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale affinché l'esecuzione penale e la riforma della Giustizia siano nel concreto aderente ai principi della Costituzione italiana e della Convenzione europea", conclude il comunicato dell'associazione attenta ai problemi delle persone detenute e dei lavoratori delle carceri.
Informazioni sull'iniziativa e le altre attività su www.nessunotocchicaino.it (RoPag)