Firmato domenica mattina il Patto per il Lavoro Dignitoso e lo Sviluppo Sostenibile, nell’ambito dell’evento organizzato da Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, CEI e Fondazione Antonio Emanuele Augurusa dal titolo “Tras-Formare il Capitale Umano per Sbloccare il Potenziale del Paese”, il convegno che si è tenuto lo scorso finesettimana a Lamezia Terme, dedicato al mismatch tra domanda e offerta di lavoro – con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro, della Regione Calabria e del Parlamento Europeo.
Presenti i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, dei sindacati, e delle agenzie per il lavoro, che, a conclusione del convegno, hanno voluto concretizzare le osservazioni e gli interventi dei relatori che si sono succeduti, in un documento che ha accolto il contributo di tutte le categorie – sottoscritto da tutti i presenti.
Ad aprire il convegno, sabato, i padroni di casa Francesco Augurusa, Presidente di UCID Calabria e della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa, Gianluca Galletti, Presidente di UCID Nazionale, Benedetto Delle Site,Presidente del Movimento Giovani UCID Nazionale e il Sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, insieme a S.E.R. Mons. Attilio Nostro, Vescovo Mileto-Nicotera-Tropea e Leopoldo Chieffallo, Presidente di LameziaEuropa Spa.
A rappresentare il Governo come parte attiva dei lavori l’On. Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito, l’On. Lucia Albano, Sottosegretario di Stato presso il Ministero Economia e Finanze e l’On. Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato presso il Ministero dell’Interno.
E poi l’ex ministro Tiziano Treu, già Presidente del Cnel, Pompeo Savarino, Capo Dipartimento a Palazzo Chigi, Stefano Menghinello di ISTAT, il Cavaliere del Lavoro Fabio Storchi, che ha ribadito il successo del progetto Virtus Lab, lanciato insieme a Fondazione Augurusa qualche anno fa, evidenziandone l’unicità sul panorama nazionale, Paolo Ricotti e Antonio Russo delle ACLI, Federico Iadicicco di ANPIT, Francesco Piemonte del Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, a testimonianza dell’ampia partecipazione e condivisione d’intenti che va dalle istituzioni all’impresa, dalla Chiesa al terzo settore.
Tra le istituzioni intervenute alla seconda giornata, il Ministro delle Imprese Adolfo Urso e il Ministro del Lavoro Maria Elvira Calderone, a ricordare come il lavoro dignitoso sia un obiettivo che unisce gli sforzi di tutti gli attori, in primis le istituzioni, al fine di sostenere i territori ed evitare un divario insanabile tra lavoratori e lavoratrici e tra diverse regioni del Paese, tutelando i più fragili ma accompagnando al lavoro quante più persone possibile.
Intervenuto anche il Ministro della Disabilità Alessandra Locatelli, che ha sottolineato ugualmente la necessità della sinergia tra istituzioni, privati e società civile, con un ricordo particolare ad Antonio Emanuele Augurusa, dalla cui tragica storia la sua famiglia ha potuto trarre – tramite l’attività della Fondazione Augurusa – forza e progettualità per l’intera comunità, proprio con un approccio di comunione e di confronto.
Un plauso all’iniziativa principale della Fondazione Augurusa, il Modello Virtus Lab, anche dal Ministro per la Famiglia Eugenia Roccella, che ha evidenziato il legame tra benessere e possibile aumento della natalità, contemporaneamente al contrasto all’esodo giovanile verso l’estero.
E ancora il Vice Ministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi e il Vice Ministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, che ha sottolineato il ruolo dell’innovazione digitale nel mondo del lavoro, dove deve sempre rimanere alta l’attenzione sul fattore umano, sulla persona e sulla difesa della vita – pur ricordando un milione di posti di lavoro non coperti e la difficoltà delle imprese di assumere lavoratori a bassa qualifica, proprio come paradosso del pervasivo ruolo della digitalizzazione.
Ricordato anche lo sforzo del Governo nel contrasto allo skill mismatch dal Consigliere della Presidenza del Consiglio Renato Loiero, che ha segnalato la recente attivazione della piattaforma SIISL, pensata in risposta alla necessità di incontro tra aziende e lavoratori, e ha portato tutto il supporto del Governo all’evento, alle idee e ai progetti di UCID e della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa di contrasto allo skill mismatch, e in particolare al Modello Virtus Lab, buona pratica incentrata sull’inserimento lavorativo attraverso la formazione adeguata alle specifiche esigenze delle aziende.
INAPP, parte attiva del convegno, ha inserito l’evento nell’Anno europeo delle competenze, inquadrandolo nel più generale sforzo europeo per la qualificazione dei giovani e la riqualificazione dei lavoratori e dei disoccupati, uno dei sei temi su cui il convegno ha focalizzato l’attenzione, insieme alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse, alle nuove generazioni e alle famiglie, alla sinergia tra pubblico e privato, al futuro del lavoro, allo sviluppo sostenibile.
Tra i temi affrontati, al microfono di Luciano Regolo di Famiglia Cristiana, anche l’esodo dei giovani dal Sud, e dall’Italia in generale - come ha ricordato anche il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, intervenuto in mattinata a ricordare quanto sia difficile investire nella regione calabrese a causa dell’impossibilità, per i giovani, di crescita, sviluppo e scelta del proprio percorso di vita, evidenziando come l’obiettivo delle istituzioni locali sia quello di investire sulla formazione degli inoccupati, per fornire loro delle opportunità. Dal territorio calabrese anche l’On. Domenico Furgiuele, che ha segnalato l’importanza dell’Agenda Sud, iniziativa promossa dal Ministro Valditara, volta anche al contrasto alla problematica del mismatch nel Meridione – ricordando allo stesso tempo le recenti morti sul lavoro, tra cui l’ultima proprio a Lamezia Terme.
Ampia anche la rappresentanza ecclesiastica, a partire da quella di Monsignor Giuseppe Baturi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana – co-organizzatore dell’evento - che ha sottolineato la necessità di dare a tutti la possibilità del lavoro come strumento di inserimento nelle comunità umane, a beneficio in special modo dei giovani, attraverso il dialogo con la Chiesa e con le istituzioni. Supporto e sostegno all’iniziativa anche da parte del Cardinal Zuppi, Presidente della CEI, intervenuto nella prima delle due giornate ad evidenziare il “principio del lavoro come diritto e mezzo per esprimere e accrescere la dignità umana nella partecipazione alla creazione”, ricordando il ruolo di trasformazioni e cambiamenti in tale momento storico, senza dimenticare la propria missione di pace. Richiami alla situazione dei territori dilaniati dalla guerra – ricordati più volte nell’ambito del convegno – anche da parte di Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio e Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che sabato pomeriggio Mons. Savino ha consegnato agli ascoltatori, reduce da una recente visita in Serbia, non trascurando di menzionare anche l’Ucraina, dove è stato qualche mese fa. A conclusione dei lavori dei tavoli tematici che si sono tenuti al Polo LameziaEuropa SpA, Mons. Savino ha insistito sulla necessità di un nuovo Risorgimento politico, culturale e antropologico del Sud Italia partendo dalle risorse umane e da un cambiamento del sistema culturale, per ridare speranza ai giovani, con il dialogo e l’ascolto, e per renderli protagonisti della società. Presente anche il parroco della Chiesa di San Benedetto, Don Domenico Cicione Strangis, il quale ha evidenziato il valore del donare tempo e competenze a favore del prossimo, con approccio caritatevole anche in ambito lavorativo.
Ai tavoli tematici, momento cruciale dei lavori, cristallizzati negli impegni tracciati nel Patto siglato domenica, un’ampia rappresentanza di tutte le parti sociali a livello nazionale: Camera di Commercio, Unioncamere, UNCEM, ANCEP, INAIL, ANCE, Federalberghi, la Bcc Calabria Ulteriore, e ancora gli atenei calabresi ma anche Luiss, Università Cattolica del Sacro Cuore, La Sapienza, Link University, nonché una fortissima presenza del Terzo settore e degli uffici pastorali del territorio calabrese.
La necessità di riforme e di investimenti nella formazione, intesi come investimenti per l’economia del Paese, è stata evidenziata non solo dagli esponenti istituzionali, ma anche dal mondo accademico, che ha segnalato le opportunità offerte dalla programmazione europea nel supporto alle famiglie e alle persone più vulnerabili, mentre oggi circa il 25% della popolazione giovanile è esclusa da percorsi di formazione – con il risultato di alimentare il lavoro illegale. Anche dal punto di vista accademico, ha ricordato Massimo Minella di Repubblica, si sente la necessità di intercettare le esigenze dei giovani – uno dei punti che il Patto va a cristallizzare.
Forte anche la presenza della parte imprenditoriale, innanzitutto rappresentata dal Presidente di UCID Gian Luca Galletti, il quale, focalizzandosi sulla complessità della problematica e della conseguente risposta, ha richiamato l’impegno di tutti gli attori (imprese, associazioni d’imprese, istituzioni, terzo settore) per concertare una risposta comune e agire in sinergia, con la facilitazione del supporto dei decisori politici. Da lui anche un appello al mantenere viva la relazione interpersonale in un momento di diffusione del modello dello smartworking, per favorire l’incontro e il dialogo. Da UCID Giovani, e dal suo Presidente Benedetto delle Site, l’esortazione a far ritornare i giovani verso le istituzioni, rilanciando un progetto che veda il capitale umano contabilizzato nei bilanci delle imprese, il che porterebbe ad un aumento considerevole di competitività delle imprese italiane.
Un messaggio di speranza anche dal Presidente di SVIMEZ Adriano Giannola, che ha ricordato due priorità, coesione sociale e riduzione delle disuguaglianze, su cui basare i nuovi investimenti possibili grazie alle risorse del PNRR, e ha lanciato un appello a ritornare a privilegiare condivisione e confronto, che rimettano in sesto il motore del Sud che fu fondamentale durante gli anni del miracolo economico italiano.
A relazionarsi tra loro e con i moderatori Domenico Gareri, di Life Communication, e Claudia Marin del Quotidiano Nazionale, i membri di un corposo panel conclusivo che ha riunito Agenzie per il Lavoro Adecco, Randstad,Manpower e Gi Group, le associazioni datoriali Confindustria, FenImprese, CONFAPI e Confimprenditori, e i sindacati CISL, CISAL, UGL e CONFSAL, per interrogarsi insieme su scenari e futuro del Paese. Evidenziata nell’ambito del panel la necessità di una trasformazione del sistema educativo, in funzione dell’inserimento lavorativo, e dei servizi per l’impiego che possano includere gli sforzi del Terzo Settore e la responsabilità sociale di impresa, in un momento storico che è anche interessato da massicce dimissioni, emigrazioni di talenti e ridimensionamento scolastico Il capitale umano – al centro delle riflessioni della due giorni – è il potenziale dei territori, delle famiglie e delle imprese stesse: a richiamare la necessità di un salario dignitoso e della conciliazione di lavoro e vita familiare, i sindacati, concordi anch’essi sul creare sinergia tra amministrazioni locali, imprese e forza sociali per favorire l’incrocio tra domanda e offerta, con una particolare attenzione al territorio; appelli anche a favore dell’iniezione da parte delle istituzioni di risorse per costruire infrastrutture necessarie allo sviluppo territoriale, nell’ottica della costruzione del lavoro stesso.
A chiudere la due giorni il Presidente della Fondazione Antonio Emanuele Augurusa e di UCID Calabria Francesco Augurusa, che ha ribadito il successo del modello Virtus Lab e dell’iniziativa, evidenziandone l’importante risultato: “una grande alleanza trasversale inclusiva è avvenuta oggi, un piccolo miracolo, cioè un’azione sinergica che possa ridare qualità della vita alle persone, comprese coloro che hanno perso il lavoro e devono sostenere le loro famiglie, e ridare contemporaneamente produttività e competitività alle aziende, per stimolare i giovani, partendo dall’educazione e dalla dignità delle persone e delle comunità”.
In provincia di Grosseto, questa volta, abbiamo svolto la terza edizione di “ACLI TERRA LAB” e ad ospitare i numerosi incontri di approfondimento la suggestiva campagna nel Golfo di Talamone.
Un golfo dalla bellezza raffinata tanto da essere stato scelto nella sceneggiatura del famosissimo film di 007 “Quantum of Solace”.
Talamone origina il proprio nome da Telamone, l’eroe greco, Re di Salamina, che ha fatto parte degli Argonauti e ha partecipato alla caccia al “Cinghiale Calidonio”.
Il cinghiale era stato inviato da Artemide a distruggere i campi di Calidone perché il Re Oineo era venuto meno nelle offerte votive succedute all'eccellente raccolto calidonio, trascurando la dea, e per liberarsi della belva lo stesso Re organizzò una caccia in cui chiese la partecipazione di quasi tutti gli eroi del mito greco.
La stessa belva mitologica fu mandata da Ares, per gelosia, a uccidere Adone quando costui si innamorò di Afrodite.
Insomma è stato antagonista spietato dei principali eroi greci.
ACLI TERRA è venuta a Talamone proprio per continuare ad assumere con coraggio la capacità d’avanguardia di una associazione professionale agricola che ha il compito di far emergere l’eroicità, il talento, le capacità degli agricoltori e dei pescatori, degli operatori dell’agroalimentare, sconfiggendo quei “cinghiali calidoni” dei tempi nostri.
Ciò costruendo ed attuando soluzioni.
E’ evidente finalmente uno stile associativo che coniuga la rappresentanza ad altre due funzioni: l’assistenza e la elaborazione.
Nelle tre edizioni di “ACLI TERRA LAB” questo della triplice funzionalità associativa è stato un filo conduttore caratterizzante e, spero ora, qualificante, che ha origine proprio nel mio discorso ai delegati del Congresso di Bari di un anno e mezzo fa.
Allora parlai della duplice funzione sindacale includendo l’elaborazione nelle altre due.
A Talamone abbiamo approfondito la funzione della rappresentanza confrontandoci con “Terra Viva Cisl” e con AGCI, ma anche con rappresentanti politici eletti negli enti locali.
La rappresentanza non intendiamo viverla in una corsa solitaria, ma in ampie alleanze, assumendoci anche il compito di cucirle a più livelli.
Così stiamo già facendo da tempo.
Sia a Giulianova, che a Trapani, che a Talamone, in quest’ultima settimana, abbiamo definito il nostro impegno nella tessitura di una rete articolata delle rappresentanze su punti specifici necessari alla tutela e allo sviluppo del lavoro.
Proprio nel porto abruzzese, ad esempio, abbiamo scandito i cinque punti che proponiamo per la filiera ittica e che sono stati accolti e condivisi pubblicamente dai colleghi di altre Organizzazioni nazionali.
Le parole dei nostri ospiti ci hanno confermato la bontà di questa scelta coraggiosa.
Sono grato al Presidente Michele Zannini quando individua nel coraggio di osare una interpretazione caratterizzante del mandato politico che stiamo svolgendo.
Così come la rappresentanza anche la funzione dell’assistenza la stiamo declinando nella collaborazione interassociativa.
Abbiamo firmato un ATI con Coldiretti per svolgere insieme il prossimo censimento agricolo, rispettando coerentemente la scelta di lavorare in coordinamento con l’associazione guidata dal Presidente Prandini per assistere al meglio gli agricoltori.
La nostra assistenza al mondo rurale ci vede oggi in società con una storica rappresentanza della cooperazione italiana, AGCI, che da giugno è nella compagine sociale del CAA ACLI srl, rafforzandola.
Il nostro Centro di Assistenza Agricolo si è consolidato e ancor più qualificato con l’ingresso in società dell’Unapol e di sette sue Organizzazioni di produttori che ci fanno essere tra i leader nell’assistenza alla filiera olivicola nazionale.
Vi è un tema particolare che la nostra funzione di accompagnamento ed assistenza ha trovato con criticità molto delicate per tutto il comparto agroalimentare, cioè la necessità di una riforma del Decreto flussi che soddisfi realmente le istanze dei dipendenti e dei datori.
Oggi la mancanza di personale è drammatica.
Sulla elaborazione, invece, abbiamo fatto dei passaggi importanti a Talamone quando abbiamo analizzato i temi della promozione, ponendoci degli obiettivi nel costruire soluzioni a marchio ACLI TERRA per i nostri associati.
Una comunicazione identificativa che qualifichi la produttività con le idealità e i valori.
Il nostro impegno per la filiera del miele con “Un Fiume di Miele” a Fiumicino e “Bee Happy” nel Principato di Monaco tendono proprio a ciò, così come il Forum Nazionale delle Erbe Officinali del prossimo anno, oppure la costituzione di “BioPer”, la rete di imprese del biologico.
A Talamone abbiamo ribadito un concetto che trovate scritto nell’articolo “I quattro angoli sotto al sole”, pubblicato dal nostro magazine “Valoriincampo.net” ad agosto, e cioè che il valore dell’ambiente trae la migliore espressione nel lavoro delle donne e degli uomini con tutto il loro talento e la loro competenza.
La questione ambientale noi la affrontiamo tutelando e qualificando il lavoro, sostenendolo politicamente e tecnicamente.
L’ambiente non è per noi una riserva inabitata, ma l’abitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Abbiamo cura dell’ambiente perché lo abitiamo intensamente, essendone anche noi un elemento generativo dello stesso e non solo, quindi, conservativo.
A Talamone non abbiamo parlato di comunità, ma abbiamo provato a dimostrare la vitalità di una comunità sindacale al servizio di quella nazionale.
Probabilmente anche la gioia motivante di una comunità che vuole dare un senso a questo tempo banalizzato e schiacciato da un passato recente ideologicamente importante e dall’aspettativa ansiosa in un futuro che rincorriamo sulla eccitazione della trasformazione tecnologica.
Per non banalizzare il nostro tempo vediamo appunto necessarie le funzioni delle associazioni sindacali che valorizzino la partecipazione dei lavoratori; è proprio l’ora dei corpi intermedi che sappiano interpretare il piacere del presente.
A Talamone non ho fatto un discorso conclusivo proprio perché la bellezza di quel presente meritava di essere interpretata nella socialità vissuta in quell’ambiente prima dei saluti, a voi ora una riflessione come promesso.
Grazie e Forza ACLI TERRA
Nicola Tavoletta
Presidente Nazionale ACLI TERRA
Il dibattito pubblico di questi mesi, sostenuto anche dalla Conferenza Episcopale Italiana , ci dice che rispetto allo spopolamento dei piccoli comuni siamo in piena emergenza, una condizione entrata in avvitamento, senza progetti generativi di lavoro, impresa, istruzione , tutela ambientale, senso civico e costruzione di futuro. Intanto l’Istat certifica che la popolazione complessiva della nostra regione scende a poco più di 1.855.400. Al calo drammatico delle nascite si appaia l’emigrazione di giovani talenti verso altre regioni e ancor di più e peggio verso Paesi europei.
In buona sostanza un territorio spolpato dalle sue migliori energie. Alcuni dati: in Calabria i comuni con popolazione fino a 1000 abitanti sono 93; da 1000 fino a 5000 sono 234; da 5000 fino 10.000 sono 51; da 10.000 - 20.000 sono 16; da 20.000 a 50.000 sono 4 e solo 6 comuni superano 50.000 abitanti. Nei comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti la popolazione residente è di 607.465, pari al 32,74 %, un terzo dell’intera popolazione calabrese. Un dato da non considerare marginale e tanto meno di minore impatto socio-economico, tanto più che il territorio montano è del 41,8 %, quello collinare del 49,2% e soltanto il 9% da pianura. In buona sostanza tante azioni di sviluppo che reggono in piedi vitalità sociale ed economia sono allocate nelle aree montane e collinari.
I dati confermano l’importanza delle aree interne: 860 mila le imprese attive nei piccoli comuni italiani, il 17,2% dell’intero territorio nazionale, con il 12,2% di addetti pari a 2.741.410. Quasi 10 milioni di abitanti, questo il numero dei cittadini residenti nei piccoli comuni, il 16,5% della popolazione italiana. E non è un caso se per il terzo anno consecutivo la Conferenza Episcopale Italiana con una delegazione di Vescovi e Arcivescovi provenienti da dodici Regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte si è data appuntamento a Benevento per affrontare la problematica aree interne, nella consapevolezza che la <<metropolizzazione progressiva della popolazione italiana sta causando la lenta morte d’interi territori…perché un territorio non presidiato dall’uomo corre il rischio di nuovi disastri ambientali, e non si potrà evitare la perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto >>.
Per arrestare il declino demografico e creare nuovi fattori di sviluppo locale, la Snai (Strategia Naz.le Aree Interne ) punta su alcuni obiettivi: nuove occasioni di lavoro, incentivi per ridurre i costi sociali dello spopolamento, rafforzamento dei servizi sanitari, più istruzione con le scuole primarie, numerose già chiuse per mancanza di bambini. La carenza dei servizi di mobilità isolano le aree interne. Dare soluzione a queste problematiche, secondo Pino Campisi, è la pre-condizione dello sviluppo locale. Interventi centrali sono anche il rilancio dei Distretti del cibo in sinergia con i GAL che rientrano tra i soggetti attuatori della SNAI, attraverso Accordi di programma quadro.
Intanto Campisi sostiene che per realizzare una nuova politica sulle aree interne, è necessaria l’istituzione di una Commissione Speciale per le aree interne, in applicazione dell’art. 28 dello Statuto 2012 laddove è scritto: << Il Consiglio regionale istituisce al suo interno Commissioni permanenti, distinte per settori organici di materia…>>. Nel nostro Paese, vista l’emergenza, già due Regioni, la Campania e la Toscana hanno istituito la Commissione speciale per le aree interne. Non è fuori luogo ricordare quanto scrive l’antropologo Vito Teti nel suo volume La Restanza << Riabitare i paesi interni, riabitare la montagna…mi sembra possa essere una delle vie di salvezza per l’intero sistema Paese >>.
Pino Campisi – Presidente regionale Acli Terra Calabria
"Siamo lieti del varo del Piano straordinario con l'azione sinergica tra i ministeri dell'Agricoltura, della Difesa, Salute e Ambiente sulla lotta alla Psa con anche l'impegno del nostro Esercito".
Così il Presidente nazionale Acli Terra, Nicola Tavoletta, l'associazione professionale agricola di ispirazione cristiana che tutela e promuove il mondo rurale e delle marinerie.
"Una epidemia di peste suina - aggiunge Tavoletta -, oltre ad essere straziante per gli animali, provocherebbe un danno da 60 milioni di euro al mese all'economia italiana. Questa opportuna sinergia ministeriale con l'impiego dei soldati e della Protezione civile può essere utile, ma proponiamo anche
un maggiore impegno sul fronte del contenimento dei cinghiali, che sono il veicolo di maggior contagio", conclude il presidente nazionale Acli Terra.
Sabato 5 agosto il Presidente nazionale di ACLI TERRA Nicola Tavoletta ha partecipato al concerto per la promozione dell'amicizia Italo Azera a Sanremo nel Teatro del Casinò.
Invitato dall'editore de "Il Ponente" Ilio Masprone ha incontrato la responsabile dei rapporti con l'Unione Europea sulla diaspora Azera Leyla Hamzaieva.
Il colloquio, favorito dal presentatore della serata Nicolò Fiori, si è incentrato sulle importanti risorse rurali, ittiche ed energetiche dell'Azerbaijan e sulla promozione dell'agroalimentare italiano.
La dottoressa Leyla Hamzaieva ha espresso l'amicizia istituzionale regalando al Presidente Tavoletta e ad ACLI TERRA un tappeto dell'artigianato Azero.
Il Presidente nazionale di ACLI TERRA ha invitato la rappresentanza del Paese caucasico a partecipare ad un evento dell'Associazione.
La serata è stata svolta con un concerto di musica classica Azera con artisti di fama internazionale.
Il Vertice ONU sui Sistemi Alimentari che si apre a Roma, alla FAO, ‘UN Food System Summit +2’ (Unfss+2) si trova davanti un quadro globale assai preoccupante: 783 milioni di persone affrontano la fame, 122 milioni in più dal 2019 a causa della pandemia Covid-19 e dei ripetuti shock climatici e per i numerosi conflitti politico-sociali, secondo i dati dell’ultimo rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo.
Anche la capacità delle persone di accedere a delle diete sane si è deteriorata: più di 3,1 miliardi di persone - ovvero il 42% degli abitanti del Pianeta - non erano in grado di permettersi una dieta sana nel 2021.
“Per noi - afferma il Presidente nazionale di ACLI TERRA, Nicola Tavoletta - vi è una duplice necessità per garantire sicurezza alimentare e l'obiettivo "Fame Zero" entro il 2030: la prima è quella di inserire limiti al controllo della finanza, in particolare dei fondi speculativi, delle grandi imprese agroalimentari, la seconda è quella di prevedere un tetto ai costi energetici tramite un trattato internazionale”.
“Ci auguriamo che l’incontro di Roma dell’Organizzazione ad hoc delle Nazioni Unite, che vede riuniti 161 Paesi e 22 capi di Stato e di Governo, con i numerosi esperti, infonda sempre più consapevolezza e determinazione per sconfiggere la piaga della denutrizione, un'autentica offesa alla dignità umana, e contribuire a creare un mondo in cui vi sia la sicurezza del cibo per ogni persona e il contestuale rispetto del Creato”, conclude il Presidente dell’associazione professionale di ispirazione cristiana di tutela e promozione del mondo rurale e delle marinerie.
E’ un’area territoriale-distrettuale che racconta la presenza storico-architettonica di quasi un millennio di importanti ed imponenti monasteri, attraversata dalla grandezza spirituale di tre Santi, San Domenico di Guzman (1170) , San Francesco di Paola (1416) e San Bruno di Colonia (1030). L’amenità dei luoghi, alimentati dalla presenza di questi tre giganti della spiritualità cristiana, ci spingono ad immaginare la nascita di un “distretto monastico” finalizzato allo sviluppo umanistico-religioso-culturale, economico-produttivo locale per riportare in emersione le tante risorse imprenditoriali, enogastronomiche, del turismo esperenziale sostenibile e della qualità del cibo di questo pezzo di territorio che come nessun altro in Calabria e nel Sud d’Italia presenta delle attrattività monastiche, tutte concentrate in meno di un’ora di viaggio e pochi chilometri: il Convento di San Domenico di Soriano ( 1510) , l’Eremo di Soreto (1490), La Certosa di San Bruno di Colonia (1030).
Il sito eremitico di Soreto ha un importante valore storico-monastico perché legato al riconoscimento della santità di San Francesco da Paola. Infatti, è uno dei 22 centri da cui iniziarono le petizioni a papa Leone X perché Francesco fosse inserito nel catalogo dei santi. Questo avvenne anche a Soreto nel 1516 e qui si vi fu una importante sezione per l’ascolto dei testimoni, quali il Barone Pandolfi di Soreto (teste n. 9 nel processo Calabro) e Don Bernardino di Lovanaro da Arena (teste n. 22).Oggi abitato dall’eremita padre Pino Muller, situato lungo la valle del fiume Marepotamo, a 5 Km circa di Dinami (VV). La Certosa di Serra San Bruno è primo convento certosino in Italia ( 1090 ). Il territorio di partenza del Distretto Monastico, è rappresentato da undici comuni: Soriano Calabro, Arena, Acquaro, Dasà, Gerocarne, Dinami, Fabrizia, Nardodipace, Mongiana, Serra San Bruno e Sorianello, insieme 25 mila abitanti. Fanno parte del Parco delle Serre, rappresentano un cammino di fede, fortificato dalla quasi millenaria vita contemplativa di monaci domenicani e certosini, persino da eremiti. Il territorio monastico delle Serre vibonesi presenta un’attrattività speciale, a partire da Arena con il Castello costruito nell’XI secolo dai Normanni, uno dei più originali reperti architettonici della Calabria centro-meridionale.
Lungo il cammino troviamo il mondo dei vasai del borgo di Gerocarne, e il sentiero della Valle dei Mulini a Sorianello, un interessante percorso storico-ambientale e di riscoperta archeologico-industriale. Verso Dinami, ultimo comune della provincia di VV, scopriamo che qui era nato lo scultore Giuseppe Rito, maestro del rigato. Da Dinami, verso Monsoreto, poiMongiana, luogo della Fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere, dei Borboni con le fonderie e le ferriere, precorrendo la strada per la nascita di un sistema ecomuseale intorno alla piccola comunità di Mongiana. Nel ricchissimo percorso troviamo anche il piccolo borgo di Nardodipace, poco più di mille abitanti, dove è custodito un geosito di straordinario interesse storico-antico, i Megaliti reperti preistorici rocciosi risalenti al V e II millennio a.C . Di assoluto valore è il Parco regionale delle Serre, un luogo naturalistico vero patrimonio boschivo e faunistico, riferimento sociale e di economia autopropulsiva della montagna serrese. Tante le attività sopravvissute alla scomparsa degli antichi mestieri ed allo spopolamento, le locali produzioni contadine e artigiane, sono gli unici presidi che danno ancora forza motrice al territorio per essere valorizzato. Frantoi e olio purissimo, mulini e farine di alta qualità, microfiliere dalla sicura tracciabilità e, da alcuni anni, anche torrefazioni per la lavorazione artigianale del caffè, rappresentano attività produttive ed economiche di pregio, alimentando un robusto sviluppo territoriale, coesione e inclusione.
L’iniziativa sociale, l’animazione territoriale e co-progettuale è la strada per raggiungere l’obiettivo del Distretto Monastico delle Serre
Pino Campisi – Presidente regionale Acli Terra Calabria
“Sarebbero in arrivo per il settore agricolo, su proposta della Commissione Europea e dopo specifica richiesta di diversi Paesi, una serie di nuovi aiuti – attorno a 330 milioni di euro, di cui 60,5 destinati all’Italia -, attingendo ai fondi della riserva di crisi della PAC, la Politica Agricola Comunitaria. Queste cifre, poi, potrebbero triplicare con i contributi dei singoli Stati. La proposta di regolamento specifica potrebbe essere approvata entro due settimane.
Come Acli Terra siamo lieti della possibile adozione di questo provvedimento. Si tratta di avere massima cura dei territori e dei nostri agricoltori che, segnatamente in Romagna con oltre 12 mila aziende colpite, ma anche in altre zone del nostro Paese, devono affrontare una difficilissima situazione a causa delle alluvioni, come anche delle conseguenze di una stagione di grande siccità.
Auspichiamo soprattutto che questi fondi siano resi poi disponibili nel minor tempo possibile e con la massima semplificazione burocratico-amministrativa”.
Così in una nota Nicola Tavoletta, Presidente nazionale di Acli Terra, l’associazione professionale ACLI che tutela e rappresenta lavoratori e operatori del mondo agricolo, della zootecnia e delle marinerie.
Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) rappresenta un pilastro fondamentale per l'Italia nell'affrontare le sfide dell'energia e del cambiamento climatico. Questo ambizioso piano di azione definisce una strategia chiara e coerente per promuovere una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, incoraggiando l'uso delle energie rinnovabili, l'efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra. In questo articolo, esploreremo l'importanza del PNIEC applicato all'Italia e gli impatti positivi che potrebbe generare per il paese.
Il PNIEC rappresenta una risposta concreta all'urgente necessità di ridurre le emissioni di gas serra e mitigare i cambiamenti climatici. L'Italia, come parte dell'Unione Europea, si è impegnata a raggiungere gli obiettivi stabiliti dall'Accordo di Parigi sul clima, che mira a limitare l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali. Il PNIEC offre un quadro chiaro e dettagliato per raggiungere questi obiettivi, stabilendo una serie di misure e politiche a lungo termine.
Promozione delle energie rinnovabili:
Uno dei principali pilastri del PNIEC è l'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. L'Italia, con il suo clima favorevole e la sua posizione geografica, ha un enorme potenziale per lo sviluppo di fonti di energia pulita come l'energia solare e eolica. Il PNIEC stabilisce obiettivi ambiziosi per la capacità di generazione di energia rinnovabile, incentivando gli investimenti nel settore e promuovendo l'innovazione tecnologica. Questo non solo ridurrà la dipendenza dalle fonti fossili, ma creerà anche nuove opportunità economiche e occupazionali nel settore delle energie rinnovabili.
Efficienza energetica:
Un altro aspetto cruciale del PNIEC riguarda l'efficienza energetica. Ridurre il consumo di energia attraverso misure di efficientamento è una strategia vincente per l'Italia. Il PNIEC promuove l'adozione di misure di risparmio energetico in diversi settori, come edifici, trasporti e industria. L'implementazione di tecnologie efficienti e il miglioramento delle pratiche di gestione energetica contribuiranno a ridurre le emissioni e a garantire una maggiore sostenibilità a lungo termine.
Benefici economici e occupazionali:
L'implementazione del PNIEC offrirà numerosi benefici economici per l'Italia. Investire nelle energie rinnovabili e nell'efficienza energetica creerà nuove opportunità di lavoro nel settore delle energie pulite.
L'adozione di misure di efficienza energetica contribuirà a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche importate, migliorando la sicurezza energetica del paese. La riduzione dei consumi energetici porterà anche a risparmi significativi a lungo termine per le famiglie, le imprese e il settore pubblico.
Tuttavia, è fondamentale che l'attuazione del PNIEC sia supportata da politiche coerenti, incentivi finanziari e una stretta collaborazione tra settore pubblico e privato. È necessario anche coinvolgere attivamente la società civile e promuovere la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini nelle azioni volte a raggiungere gli obiettivi del PNIEC.
Infine, il PNIEC rappresenta un importante strumento per l'Italia nel perseguire una transizione energetica e climatica sostenibile. Attraverso l'adozione di politiche e misure concrete, l'Italia può diventare un modello di successo nella lotta al cambiamento climatico, garantendo al contempo una crescita economica equilibrata e un ambiente più sano per le generazioni future. L'attuazione efficace del PNIEC richiederà sforzi congiunti e un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti, ma i benefici a lungo termine ne varranno sicuramente la pena.
Dott. Matteo La Torre
Ambasciatore europero del Patto per il Clima in Italia
Congratulazioni al dott. Nicola Dell'Acqua per la nomina a Commissario straordinario per l'adozione di interventi urgenti in merito alla crisi idrica che sta colpendo l'Italia. La sua nomina è una testimonianza della fiducia del Consiglio dei Ministri nella sua competenza, esperienza e capacità di gestione di situazioni di emergenza.
La cabina di regia tenuta ieri, 6 maggio, a Palazzo Chigi è stata un importante passo avanti nella lotta alla crisi idrica che sta interessando il nostro paese. L'incontro ha dimostrato l'importanza del coordinamento tra le diverse autorità coinvolte, nonché la necessità di adottare misure tempestive per affrontare la situazione.
L'approvazione di un piano d'azione urgente per la gestione della scarsità idrica, con a disposizione 100 milioni di euro garantiti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è un passo importante per garantire la disponibilità di acqua potabile alle comunità che ne hanno bisogno. Il Commissario straordinario dovrà lavorare con i rappresentanti delle autorità locali e dei settori pubblico e privato per implementare il piano d'azione e garantire la sua efficacia.
È importante che tutte le parti interessate collaborino per affrontare questa emergenza e garantire che la disponibilità di acqua potabile sia mantenuta in modo sostenibile per il futuro.
In conclusione, auguro al Commissario straordinario e a tutte le parti coinvolte nel processo di gestione della crisi idrica buon lavoro e, come ACLI Terra, rinnoviamo l'impegno a lavorare insieme per garantire che le risorse idriche del nostro Paese siano utilizzate in modo responsabile.
Nicola Tavoletta, Presidente nazionale ACLI Terra
Con ACLI TERRA e il CAA ACLI abbiamo appena sottoscritto in Regione Campania, presso la Direzione Agricoltura, la convenzione sulla Legge Regionale n 12 del 21 maggio 2012 istitutiva dei cosiddetti "SuperCaa".
Le firme sono state apposte dalla Direttrice generale regionale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maria Passari e dal Presidente Nazionale di ACLI TERRA e del Caa ACLI Nicola Tavoletta nella sede della Giunta regionale. Per il Presidente Tavoletta :
“È una nuova dimensione funzionale del centro di assistenza agricola che favorisce la comunicazione e la rapidità amministrativa tra gli agricoltori e le istituzioni competenti. ACLI TERRA si sente responsabilità in tale missione”. A rappresentare la Campania il Dirigente nazionale Michele Zannini, già Presidente Nazionale di ACLI TERRA, che ha così salutato la importante novità: “un evento storico che premia l'impegno oltre che professionale anche politico dell'associazione in Campania e in Terra di Lavoro. L'importanza è nel vantaggio amministrativo e sociale per le imprese associate ad ACLI TERRA”. Il Presidente regionale Giuseppe Pacifico ha rappresentato alla Direzione regionale la organizzazione di ACLI TERRA e del Caa ACLI su tutto il territorio per evidenziare la funzionalità rispetto alla riforma dei SuperCaa.
Nicola Tavoletta, Presidente nazionale ACLI Terra
Le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Fiera Macfrut di Cesena stabiliscono la centralità della dimensione rurale e di quella agroalimentare nella cultura italiana. ACLI TERRA da mesi, neanche a prevedere le parole del Capo dello Stato, spinge sul binomio "Cultura & Coltura", sollecitando una dimensione trasversale e comunitaria dell'agricoltura e della pesca italiana. A Benevento abbiamo parlato di una "ACLI TERRA federiciana". Il 25 maggio saremo proprio in Romagna, a Forlì, per una nostra manifestazione per la promozione dei cammini culturali ed enogastronomici.
Nicola Tavoletta,
Presidente ACLI Terra