28 Apr 2024

(ANSA) - CASALE MONFERRATO, 01 SET - "Il CAPORALATO fa parte della lotta alla mafia. Ho fatto il ministro dell'Interno, la legge sul CAPORALATO l'abbiamo applicata e quindi i beni ai
mafiosi li abbiamo confiscati. Sono felice di essere qui alla BCube di Casale per parlare del 99 per cento delle aziende che sono sane, rispettano i contratti collettivi nazionali di lavoro, non sfruttano il prossimo. Il CAPORALATO è criminalità. Se uno sfrutta il prossimo e non paga è un criminale. Devono occuparsene le forze dell'ordine, la Guardia di Finanza". Così Matteo Salvini, leader della Lega, rispondendo ai giornalisti dopo la visita alla BCube, player di eccellenza del mercato della logistica a livello mondiale. (ANSA).

Roma, 30 ago. (Adnkronos) - La campagna del Partito democratico, quella con lo slogan 'scegli', e le due alternative secche, "è molto bella da un punto di vista grafico e creativo. Ma è una campagna fatta per perdere". Non ha dubbi il pubblicitario, spin doctor e sondaggista Luigi Crespi, conversando con la Adnkronos.

"Le campagne servono ad allargare l'offerta politica - spiega - questa invece la restringe. Letta è cosciente di non aver speranza di vincere, il campo largo non si è concretizzato, e allora sta cercando di ottenere il miglioro risultato per il suo partito. E' un arrocco comunicativo, il tentativo di perdere il meno possibile: sai che non vinci, parli ai tuoi, scaldi i cuori ai tuoi, motivi il tuo elettorato", aggiunge Crespi, che è noto anche per essere stato sondaggista di Berlusconi e ideatore del "contratto con gli italiani".

Ma è proprio impossibile una rimonta del centro sinistra? "I sondaggi, come sappiamo - risponde Crespi - negli ultimi anni non hanno mai misurato correttamente il vincitore: è successo con Salvini, con i 5 stelle, con Berlusconi, con Renzi. I sondaggi hanno sempre sottostimato il vincitore. Se questa regola vale oggi, l'unico dubbio è di quanto vince la Meloni, e di quanto perde Letta. Questi sono i due dubbi".

"Il terzo dubbio che rimane, importante, è quanta gente va a votare. Fino al 1976 si recava alle urne il 90% degli elettori.
Dal 1979 al 2018, abbiamo perso il 20% dell'elettorato. Qualcuno dice che oggi potremmo andare sotto il 60%. Se accade è una catastrofe politica e sociale. Queste dunque sono le tre grandi incognite, quanto vince Meloni, quanto perde Letta, quanti votano. Il resto è teatro, non c'è partita".

Qual è la migliore campagna elettorale, da un punto di vista comunicativo? "La migliore è quella di Conte: dritta per dritta senza sbavature, con una serie di video stupendi, grande regia, focalizzata, con una comunicazione selettiva", risponde Crespi. "La peggiore? Quella di Calenda: confusa, emotiva, ondivaga, molto da autodidatta".

(Iac/Adnkronos)

Non sono mai stato comunista, ma il rispetto e il fascino per l'avversario Sovietico l'ho avuto e l'ho ancora nella dimensione storica.
Chiedo attenzione agli under 40, segnalando loro che il socialismo reale era un'altra cosa rispetto alla sinistra di oggi. Probabilmente neanche una parentela li lega, anzi sicuramente.
Ho seguito direttamente e attentamente tutta la parabola politica e storica di Mikhail Gorbachev, fino a leggere anni fa la sua biografia.
Nei miei viaggi a Mosca chiedevo l'opinione alle persone politicamente non impegnate su quell'uomo. Erano contraddittorie, le risposte sempre diverse. Per molti fu travolto dalle vicende senza intuirle, per altri un leader capace di assecondare la storia, evitando i peggiori conflitti etnici, per altri ancora un notaio senza carisma. Una cosa è certa: il Mondo lo ha riconosciuto premio Nobel e, a mia opinione, giustamente, perché ha evitato proprio i peggiori conflitti nei processi di divisione delle ex Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Se leggeste la sua storia era un rigoroso dirigente di partito cresciuto in periferia, Stravapol.
I suoi passi tutti legati al rispetto delle istituzioni Sovietiche.
Un ordinato dirigente di partito e di Stato scelto per gestire le riforme con equilibrio, conservando un equilibrio. Il suo mandato però cambiò perché divenne propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnost', e protagonista nella catena di eventi che portarono alla dissoluzione dell'URSS e alla riunificazione della Germania. Artefice, con la sua politica, della fine della guerra fredda, fu insignito nel 1989 della Medaglia Otto Hahn per la Pace e, nel 1990, del Nobel per la pace.
L'Unione Sovietica si sciolse non esplose e non implose, ma semplicemente si scopri' non sostenibile disarticolandosi.
La domanda che potremmo porci è se il Nostro e il Presidente degli USA, Ronald Reagan, piuttosto che i più importanti protagonisti delle trattative di disarmo in quegli anni erano consapevoli di ciò oppure lavoravano diplomaticamente senza capire o interpretare la realtà. Quella fragilità del Sistema che si stava scomponendo rapidamente.
Gorbachev e Giovanni Paolo II ne erano coscienti e gli Americani no?
L'efficienza del sistema d'intelligence americano era basato sulla potenza della quantità militare sicuramente , ma ha avuto l'orecchio raffinato per interpretare il momento?
In quel momento vi era piena coscienza e consapevolezza?
Questi interrogativi ci potrebbero servire per leggere quell'epoca e i decenni ad arrivare a noi.
Le vicende attuali nell'area ex sovietica nascono in quegli anni.
Il mio piccolo articolo
è per ricordare un leader potente, ma composto, che non ha mai sollecitato l'eccitazione popolare, ma è stato protagonista nella metamorfosi dei popoli.
Ricordo un passaggio nella sua biografia: quando era all'università a Mosca viveva in un monolocale assegnatogli dallo Stato. Si fidanzo' con Raisa e, quindi, scrissero una lettera all'ente statale preposto per avere una casa adatta per convivere, così dopo qualche mese traslocarono nel nuovo appartamento assegnato a quella coppia che durerà per sempre.
Un'altra curiosità : non volle mai eliminare il nevo vinoso che aveva in testa, nonostante gli fosse consigliato da tanti, perché affermava che in un dirigente di Stato non bisognerebbe guardare l'estetica, ma i temi.
Mi sembra una buona lezione.

Nicola Tavoletta
Presidente Nazionale ACLI TERRA

Milano, 31 ago. (LaPresse) - "A Pomezia ci risiamo: oggi si dimettono 4 consiglieri di Pomezia Attiva, ex 5 stelle, e insieme a loro tutti i consiglieri comunali di opposizione. Siamo nel bel mezzo di una crisi politica e non solo. La colpa è certamente del sindaco che non è stato capace di tenere la maggioranza compatta, che ha avuto in questi anni molti consiglieri e assessori dimissionari e oggi 4 ex 5 stella hanno firmato insieme all'opposizione". Lo dichiarano in una nota congiunta Stefano Mengozzi, capogruppo Pd a Pomezia e Patrizia Prestipino, deputata Pd e candidata a Roma nel collegio Eur, Ostia, Pomezia.

"Le ragioni di questa crisi politica - spiegano gli esponenti Pd - sono da ricercarsi in più di un punto. Intanto il sindaco e la sua giunta da ambientalisti quali si professavano, sono diventati l'amministrazione degli accordi urbanistici, hanno traditi i cittadini e il programma. Inoltre abbiamo assistito in questi anni ad un totale distacco dai cittadini; c'è stata assenza di dialogo e quindi ora Pomezia ha bisogno di chi segua veramente quel territorio. È arrivato il momento di dire basta a giochi di potere".

“Seguo con apprensione le drammatiche notizie che continuano a giungere dal Pakistan in seguito agli effetti devastanti delle piogge monsoniche sul Paese.
L’ultimo bollettino ufficiale da Islamabad parla di oltre mille vittime e danni incalcolabili a strutture e terreni. Esprimo, a nome personale e della delegazione del Parlamento europeo, la nostra piena solidarietà al governo e al popolo pakistano, e accolgo favorevolmente lo stanziamento da parte dell’UE di 1.8 milioni di euro in aiuti umanitari alle famiglie colpite dalle inondazioni. Purtroppo, calamità naturali come questa possono colpire chiunque in qualsiasi luogo ma è fondamentale, nel momento del bisogno, che le istituzioni europee dimostrino la propria concreta vicinanza ai partner colpiti”.

Lo afferma l’europarlamentare di FDI-ECR Nicola Procaccini, Presidente della Delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con i paesi dell'Asia meridionale.