
Un sussurro antico si leva dalle terre silenziose, portando con sé il profumo del pane appena sfornato e la promessa di una rinascita. Nelle pieghe dimenticate della Calabria, dove la bellezza aspra della natura incontra la tenacia di chi resta, un tesoro dormiente si sta risvegliando. Questo è quello che sta succedendo in molte aree, come a Falerna, comune nella provincia di Catanzaro, dove il grano Cíntarola sta cercando una rivincita. Non una semplice varietà di frumento, ma un simbolo potente di un passato che può illuminare il futuro, una chiave inaspettata per ripopolare i borghi, creare lavoro e riscoprire un legame autentico con la terra. Immaginate un paesaggio costellato di campi dorati, mossi da una brezza leggera che porta con sé storie di generazioni di agricoltori. Al centro di questa rinascita, il grano Cíntarola, un’antica meraviglia dalle spighe robuste e dal cuore nutriente. Questo cereale, custode di un sapore autentico e di preziose proprietà nutritive, non è solo un ingrediente per pane e pasta di qualità superiore. È molto di più: è la scintilla che può riaccendere la fiamma dell’economia locale, un’opportunità concreta per contrastare lo spettro dello spopolamento che affligge troppe aree interne del nostro Paese.
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La Calabria, terra di sapori intensi e tradizioni radicate, ha intuito la portata di questa riscoperta. Con la lungimirante Legge Regionale 28 gennaio 2025, n. 7, sull'Agricoltura Sociale, la regione ha tracciato un sentiero innovativo, dove la coltivazione della terra si intreccia con il benessere sociale, l’educazione e l’inclusione lavorativa. Questa legge non è solo un insieme di norme, ma una vera e propria filosofia: l’agricoltura come motore di crescita umana e collettiva. Ed è qui che il grano Cíntarola rivela il suo potenziale sorprendente. Pensate alla creazione di piccole filiere virtuose: agricoltori che coltivano con passione questo grano antico, rispettando la terra e i suoi ritmi; artigiani che lo trasformano in farine profumate, in pane fragrante che sa di casa, in pasta ruvida che cattura il sugo come nessun’altra. Ma non finisce qui. L’agricoltura sociale, abbracciata con entusiasmo dalla legislazione calabrese, apre orizzonti inaspettati. Immaginate fattorie didattiche dove i bambini riscoprono il ciclo della vita, laboratori terapeutici dove il contatto con la terra guarisce l’anima, percorsi di reinserimento lavorativo per chi ha bisogno di una seconda opportunità.
Le cifre parlano chiaro, sussurrando promesse concrete. Un’analisi attenta rivela che un’iniziativa ben strutturata attorno ai grani antichi, come il Cíntarola, può generare, in una fase iniziale, almeno nove nuovi posti di lavoro diretti. Nove storie di persone che scelgono di restare, di investire nel proprio futuro nella loro terra, di diventare custodi di un sapere antico proiettato verso l’innovazione. Dal tecnico agronomo che guida la coltivazione con sapienza, agli operatori che lavorano la terra con le mani, dal mugnaio che risveglia il cuore del grano, al panettiere che gli dona nuova forma e profumo, fino all’addetto alle vendite che ne racconta la storia e all’educatore che ne svela i segreti ai più giovani. Un piccolo esercito di persone che, passo dopo passo, ricostruiscono il tessuto sociale ed economico di queste aree.
Ma il miracolo del grano Cíntarola, potrebbe non fermarsi ai confini della Calabria. Questa storia di riscoperta e valorizzazione può diventare un modello ispiratore per tutte le aree interne d’Italia, scrigni di biodiversità e tradizioni che aspettano solo di essere riaperte. Ogni regione ha i suoi grani antichi, le sue colture antiche, i suoi saperi unici che possono diventare la base per progetti di sviluppo locale, per un’agricoltura che non è solo produzione, ma anche inclusione, cura del territorio e riscoperta di un’identità forte e autentica.
Il nostro, è un invito a sognare un futuro diverso per le nostre aree interne. Un futuro dove il profumo del grano appena macinato si mescola al sorriso di chi ha trovato una nuova opportunità, dove la bellezza del paesaggio si sposa con la vitalità di comunità che rinascono. Il grano Cíntarola, come tutti i grani antichi, sono più di semplici cereali: sono simboli di resilienza, di speranza, di un’Italia che riscopre le sue radici per costruire un domani più ricco e umano. È una rivoluzione silenziosa che parte dalla terra, un miracolo umile e potente che aspetta solo di essere coltivato in ogni angolo della nostra meravigliosa regione.
Michele Ferraina
Dott.Agronomo e Docente di discipline agrarie