01 Mag 2024

Roma, 12 lug. (Adnkronos Salute) - Nelle aree vicine al maxi incendio scoppiato sabato scorso a Roma, meglio "evitare di mangiare prodotti agricoli coltivati nelle zone adiacenti e carni di animali allevate nelle stesse aree. Bene, inoltre, evitare contatto diretto con i fumi tossici che possono contenere anche altre sostanze irritanti per le vie respiratorie e le mucose esposte. Evitare di praticare sport attorno alle aree coinvolte dall'incendio". Sono alcuni consigli del coordinatore del Lazio della Società italiana di medicina ambientale (Sima), Paolo Mezzana, "in attesa delle disposizioni sanitarie che verranno comunicate dalla Asl territoriale sulla base dei dati di monitoraggio forniti dall'Arpa", in merito alla presenza di diossina nella capitale legata ai roghi che si sono susseguiti nella Capitale.
"A incendio spento, a parte le precauzioni necessarie nelle aree più direttamente coinvolte per quanto riguarda i terreni, non ci sono attualmente timori per la salute", rassicura Mezzana sentito dall'Adnkronos Salute.

"Per quel che riguarda i filtri dell'aria condizionata - spiega - sicuramente sostituirli può essere utile. I livelli di sostanze tossiche nell'aria dovrebbero abbassarsi molto rapidamente, probabilmente sono già tornati nella norma, quindi l'uso della mascherina all'aperto è superfluo. Peraltro le comuni mascherine utilizzate per il controllo dell'infezione da Sars-CoV-2 sono poco utili. Il problema resterà per i terreni coinvolti direttamente dall'incendio e per le aree strettamente attigue e riguarda il consumo di alimenti vegetali o carni di animali allevati in quei luoghi".

"In queste ore, come società scientifica - riferisce Mezzana - stiamo ricevendo molte mail di persone preoccupate che chiedono consigli pratici. C'è sicuramente un pò di panico in alcune aree della città.
Stiamo rassicurando perché non ci sono concreti pericoli, i livelli aerei della diossina calano molto rapidamente".

Roma, 12 lug. (Adnkronos) - Sono in deciso calo, anche se ancora sopra la soglia indicata dall'Oms, i valori di diossina rispetto alla prima rilevazione di sabato, giorno in cui è divampato il maxi incendio a Centocelle. E' quanto emerge dai dati di Arpa Lazio sulla qualità dell'aria. "Il valore del secondo campione di via G.Saredo relativo al 10 luglio, quando l'incendio era stato spento, è significativamente inferiore al primo valore e di poco superiore al valore di riferimento". Si passa infatti dal 10,6 pg/m3 allo 0,5, un valore di poco superiore alla soglia dello 0,3 indicata dall'Oms per l'ambiente urbano.

Il 2022 si classifica nel primo semestre in Italia come l'anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, e si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola con un calo del 45%. E' quanto emerge dallo studio presentato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini all'Assemblea Nazionale dell'Anbi con la presentazione del piano invasi contro la siccità elaborato congiuntamente dalle due organizzazioni.
LE CONSEGUENZE DELLO STRAVOLGIMENTO CLIMATICO L'anomalia climatica più evidente quest'anno si è avuta a giugno che ha fatto registrare una temperatura media superiore di ben +2,88 gradi rispetto alla media su valori vicini al massimo registrato nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che effettua rilevazioni in Italia dal 1800. Uno stravolgimento che pesa sulle coltivazioni, con una siccità che ha causato già danni per oltre tre miliardi nelle campagne - rileva Coldiretti - , ma anche sull'ambiente, dagli incendi triplicati allo scioglimento dei ghiacciai, di cui la tragedia della Marmolada è il più drammatico esempio. Il caldo impatta anche sulle rese agricole con cali medi del 30% nel 2022 per il mais e per il grano, minacciando di condizionare la produzione anche in futuro.
L'IMPATTO SULL'AGRICOLTURA
Proprio la resa del grano potrebbe addirittura diminuire a livello mondiale del 7% per ogni grado Celsius di riscaldamento globale secondo uno studio della Wheat Initiative, un gruppo di enti pubblici e privati impegnati nella ricerca sui cereali. "Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l'acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell'intero settore alimentare" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolinearela strategicità in questo momento storico del progetto invasi elaborato da Anbi e Coldiretti. "L'agricoltura- ha concluso Prandini- è infatti l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli".
PRECIPITAZIONI QUASI DIMEZZATE
La tendenza al surriscaldamento è dunque evidente in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell'ultimo decennio e comprende nell'ordine- precisa la Coldiretti- il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che - continua la Coldiretti - si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.
A cambiare significativamente in Italia è la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità che è diventata la calamità più rilevante per l'agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l'analisi Coldiretti. L'Italia resta comunque un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua che cadono annualmente, ma per le carenze infrastrutturali - denuncia Coldiretti - se ne trattengono solo l'11%. Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono - continua Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l'acqua piovana.

(DIRE) Roma, 11 lug. - In relazione all'incendio che si è verificato il 9 luglio nel quartiere Centocelle di Roma, l'Arpa Lazio ha tempestivamente avviato le attività di monitoraggio della qualità dell'aria. Sono stati installati nella serata di sabato 9 luglio due campionatori ad alto volume per la misura dei microinquinanti (diossine, furani, PCB, IPA - Benzene), composti pericolosi per l'ambiente e la salute che possono essere generati a seguito della combustione. Un campionatore è stato installato presso la sede Arpa Lazio di Via Giuseppe Saredo che si trova a poca distanza dalla zona dell'incendio, mentre il secondo è stato posizionato presso l'aeroporto Francesco Baracca di Centocelle di cui sono ancora in corso le analisi.
Gli esiti delle misure effettuate dal campionatore di via Saredo sono le seguenti: il valore per le diossine è pari al 10,6 pg/m3 superiore al valore di riferimento individuato dall'OMS per l'ambiente urbano (0,3). Per quanto riguarda il benzopirene è stato registrato un valore di 2,6 ng/m3, superiore anche esso alla media annua pari a 1 ng/m3. Per quanto riguarda i PCB, non esistono limiti normativi o valori di riferimento e il campionatore ha segnato un dato pari a 2717 pg/m3.

"Questi- ha spiegato Marco Lupo, direttore generale Arpa Lazio- sono dati prodotti dagli incendi nell'immediato. Sono stati comunicati al l'Asl di riferimento che valuterà se e quali misure applicare. Siamo fiduciosi che già dalle prossime ore i valori potranno tornare alla normalità".
Inoltre, sono stati analizzati i dati delle stazioni fisse della rete di monitoraggio della qualità dell'aria. La stazione della rete fissa di monitoraggio più vicina all'impianto è quella denominata "Cinecittà" che si trova a circa 600 metri a sud dall'area interessata dall'incendio, ha registrato concentrazioni di PM10 del 9 e del 10 luglio rispettivamente pari a 26 µg/m3 e 29 µg/m3, e, pur essendo inferiori al limite giornaliero del PM10 (50 µg/m3), sono stati i valori più alti registrati nel Comune di Roma. La centralina di Preneste che si trova a circa 3km a nord-ovest dell'incendio, il 10 luglio ha misurato un valore di PM10 di 7 µg/m3, in linea con quelli misurati nell'area urbana, e non è stata quindi interessata in modo significativo dalle polveri generate dall'evento. (Comunicati/Dire) 

(DIRE) Roma, 11 lug. - "Il ministero dell'Ambiente nel 2019 stipula un protocollo d'intesa con la Regione Lazio per bonificare una delle zone più inquinate d'Europa la Valle del Sacco stanziando 54 milioni di Euro. L'accordo prevede una serie di operazioni volte a sanare una zona delimitata in accordo con tutti gli enti territoriali e nazionali definita zona SIN di interezza nazionale. In questi anni a seguito del protocollo la Regione Lazio non ha fatto nulla per cercare di dare risposte a quei cittadini che vivono su di un territorio che ha visto aumentare di oltre il 200% l'incidenza tumorale. Abbiamo più volte sollecitato l'Amministrazione Regionale, il Presidente Zingaretti e l'Assessore competente in materia a dare seguito a questa intesa con il Ministero nonostante i tre anni di immobilismo. Pensavamo che con gli impegni presi e sottoscritti in aula qualche mese fa finalmente si desse seguito alla bonifica ma oggi apprendiamo di una lettera per la riperimetrazione della zona SIN. In sostanza l'amministrazione Zingaretti non è stata in grado di utilizzare i 54 milioni di euro stanziati dal ministero per bonificare l'area ed oggi piuttosto che tutelare la salute dei cittadini pensa di ridurre l'area inquinata con un segno di matita privando migliaia di cittadini del loro sacrosanto diritto di vivere in una zona bonificata. Impediremo che ciò possa avvenire senza nessun tipo di garanzia per la salute delle persone che vivono in quel territorio, ma soprattuto continueremo a lavorare per riportare alla guida della regione Lazio persone competenti che siano in grado di governare per l'interesse della collettività".
Così in un comunicato il consigliere regionale di Fratelli d'Italia del Lazio, Antonello Aurigemma.