15 Mag 2024

ACLI TERRA nel dibattito interno ha necessità di fare i conti con la questione della siccità rapportandola ai temi sociali e del lavoro, insieme a quelli della salute pubblica.

Scrivo un articolo su www.valoriincampo.net come traccia di riflessione per la nostra rete di dirigenti territoriali per prendere coscienza non tanto del tema della siccità nella sua elementare essenza, ma nella più ampia estensione delle relazioni e del governo nella comunità.

Intanto in passato abbiamo avuto stagioni difficili come o più della presente e ricordiamo quella del 2003 in modo particolare.  Addirittura le statistiche raccontano di 70.000 morti in Europa per il caldo quell'anno. Ciò vuol dire che il cambiamento climatico avanza, ma che non è immediatamente progressivo, nello stesso momento, però, lo si deve calcolare sulle lunghe distanze temporali con periodi ciclici.

Secondo il rapporto pubblicato da Nasa e Noaa il 2016 è stato l'anno più caldo fino all’attuale. Quelli più caldi dal 1880 sono stati gli anni dal 2014 in poi.

La temperatura media è stata di 0.98°C più alta della media del periodo 1950-1980, e di 0,95°C più alta del periodo 1900-2000.

Attenzione però, non è la stessa cosa per le precipitazioni, quindi per la siccità, perché negli ultimi trenta anni, secondo www.meteogo.it  tra i mesi di luglio più piovosi, ad esempio, vi sono quelli tra il 2008 e il 2014, poi un calo, e una sensibile risalita nel 2020.

Il 1994 è stato un anno simile all'attuale, ma negli anni successivi sono aumentate le piogge e scese le temperature per poi trovare nuovamente caldo e siccità nei primi anni del nuovo millennio.

Come vedete non vi è una regolare progressione omogenea tra temperatura, piovosità e siccità. Certamente vi è un trend verso un aumento del riscaldamento dovuto a responsabilità umane, ma anche ad una ciclicità naturale.

La prima riflessione che vorrei sostenere è quella di trattare questo argomento nella dimensione pedagogica e non in quella ansiogena sostenuta dai media.

La pedagogia ci fa interpretare i fenomeni e ci educa a modificarli oppure a conviverci, in un certo qual senso generando la resilienza. Tale caratteristica è proprio ben sancita nell'acronimo PNRR.

L'ansia è strumento della informazione consumistica che cerca di generare paure e quindi continui bisogni da colmare con il consumo di qualcosa.

Propongo in ACLI TERRA, provincia per provincia, di affrontare il tema della siccità con una azione pedagogica intergenerazionale, affrontando il tema con lucidità e pragmatismo.

Una cosa è sicuramente purtroppo cambiata negli ultimi trent' anni ed è l'impegno nella manutenzione degli invasi, nettamente diminuito, tanto da portare l'indice di raccolta delle acque dal 14% all'11%, un 3% in meno che rappresenta una quantità gigantesca.

Per le infrastrutture idriche il PNRR prevede solo il 4% delle risorse, lo 0,2% del PIL, per noi un budget esiguo, perché oggi sono addirittura ed evidentemente più importanti di quelle viarie.

Questa cifra riguarda gli usi civili e quelli aziendali, sia per la manutenzione che per la realizzazione di nuovi invasi.

In Italia ne servirebbero altri 1000 e già 400 sono progettati come ha dichiarato il Segretario Generale dell’Autorità di bacino dell’Italia Centrale Erasmo D’Angelis, a fronte di un patrimonio infrastrutturale di 526 grandi dighe e 20.000 piccoli invasi, fermo agli anni ’60.

La nostra agricoltura assorbe il 50% dell’acqua dolce nazionale e una valutazione sul riuso delle acque depurate è in atto, ma il dibattito è ampio e contraddittorio, però è un confronto che dobbiamo affrontare elaborando una nostra posizione.

I nostri agricoltori si stanno già comportando da seri custodi dell’ambiente, ma questo dibattito sul riuso delle acque depurate va comunque affrontato.

Altra questione riguarda la innovazione del riuso delle acque industriali negli stabilimenti e qui la decisione è già presa in senso affermativo e le evoluzioni sono tutt’ora in atto.

L’allarme sulla dispersione della rete idrica, stimata al 36% dall’istat nei capoluoghi di provincia italiani è invece un punto da risolvere immediatamente con la manutenzione, cercando di raggiungere come obiettivo il livello massimo del 20% di dispersione nei prossimi 15 anni, considerando la natura storica di molti nostri acquedotti.

Queste considerazioni vanno affrontate, mantenendo comunque un dato importante: in Italia annualmente le piogge ci “rovesciano addosso” circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua, un dato che ci classifica comunque come Paese piovoso.

A Roma piovono ogni anno, in media, circa 800 millimetri di pioggia, a Londra 760, però nel nostro immaginario non è così.

In questo quadro, poi, vorrei sollevare un’altra questione importante, cioè che nell’Italia centro - meridionale l’acqua è abbondantemente presente nei pozzi artesiani, ma il costo dei carburanti, perché i motori possano pomparla, è eccessivo a causa della speculazione internazionale che prescinde dalla Guerra in Ucraina.

L’Unione Europea è intervenuta lo scorso 30 marzo con delle misure contemplanti tre tipi di aiuti: sostegni economici diretti, 35.000 euro per le imprese agricole e quelle ittiche, sostegni alla liquidità sottoforma di garanzie statali e prestiti agevolati e, infine, aiuti destinati a compensare i prezzi elevati dell’energia.

Tutto questo abbiamo detto che è utile, ma è necessario un ombrello, un tetto, ai costi energetici per il comparto primario, anche perché i produttori di energie e carburanti hanno concessioni e non sono proprietari del patrimonio energetico.

Dunque provo a fare sintesi con tre battute e lascio a voi il dibattito.

Abbiamo bisogno immediatamente di un piano di manutenzione delle nostre infrastrutture idriche, cercando di implementarle, alzando il budget del PNRR per tale settore dal 4% all’ 8%.

E’ necessaria una politica europea di protezione per il comparto rispetto alle speculazioni energetiche.

Terza cosa, assolutamente alla nostra portata, quella di svolgere una funzione pedagogica per evitare che le persone perdano lucidità a causa dell’ansia mediatica con un fine consumistico.

In sostanza acqua ne abbiamo, ma è la gestione che dobbiamo lucidamente riorganizzare.

Buon lavoro,

                             Nicola Tavoletta

Tre buone notizie sono giunte nei giorni scorsi dal MIPAAF: la prima riguarda la firma del Ministro Patuanelli per il decreto che stanzia 80 milioni di euro per le filiere zootecniche colpite dall'aumento dei costi delle materie prime, dal caro energia e dalle conseguenze dirette e indirette del conflitto in ucraina.

La seconda è che il Sottosegretario Centinaio ha comunicato le nuove misure per il made in Italy, che prevedono un fondo con una dotazione per il 2022 pari a 2mln di euro, per sostenere e promuovere l'iscrizione di nuove tradizioni e pratiche agro-alimentari e agro-silvo-pastorali nella lista rappresentativa dei patrimoni immateriali dell’Unesco e salvaguardare gli elementi già iscritti.

Infine, la terza buona notizia, comunicata dal sottosegretario Francesco Battistoni, riguarda l’approvazione del piano di settore castanicolo 2022-2027, dopo 10 anni dall'ultimo piano (2010-2013).

A commento delle novità in arrivo, il Presidente nazionale di ACLI TERRA, Nicola Tavoletta, ha dichiarato: «Si tratta di importanti sviluppi per il nostro settore che andrebbero letti, interpretati ed usati in maniera estensiva, collegandoli e integrandoli alle numerose iniziative regionali. Penso, ad esempio, al Bonus Km 0 nel Lazio. Ci siamo già confrontati con Gian Marco Centinaio a Sabaudia il mese scorso e lo incontreremo in settimana per sostenere la linea accelerata della valorizzazione del Made in Italy e del turismo rurale come evoluzione di una ospitalità raffinata e non improvvisata. Benissimo il piano sulla Castagna ratificato dal Sottosegretario Battistoni, rientrando anche questa produzione in una opportunità per il turismo, oltre che per la sola trasformazione agroalimentare. Al Sottosegretario Battistoni, però, chiederemo uno sforzo in più sulla pesca e sulla acquacoltura sia nell'ambito delle politiche europee, sia nella educazione e promozione nei comuni costieri».

IRPINIA FELIX

04 Lug 2022

L’Immenso paesaggio dell’Irpinia, terra di rilievi, gole, valli, borghi ed altipiani, una fotografia che sfuma tra la Toscana senese e il Sud Ovest americano raccontato da Bonelli nella meravigliosa saga Texiana, lo ammiri da un “balcone” meraviglioso: l’agriturismo “L’Aia di Lazzaro”.

La famiglia Pacifico ha animato un podere dei tratturi appenninici trasformandolo in un regno di ospitalità, dove la ruralità si trasforma in sobria, ma vivace, eleganza.

La struttura domina il piccolo centro di Casalbore, noto per il gemellaggio con la juventinissima Vinovo, e per un fantastico Castello Normanno meta dei Cavalieri Templari.

L’Irpinia offre oltre settanta castelli.

Sull’aia terrazzata dell’agriturismo è poetico cenare o fare delle infinite colazioni rapiti dalla visuale e dalle ricette della signora Clementina, dei figli o della nuora, tutti in squadra per trasformare la vostra permanenza in una profonda immersione nelle cose più raffinate della campagna irpina.

La torta di ciliegie potrebbe essere l'ultimo peccato prima di andare a dormire e il primo al risveglio.

Le carni cucinate convertirebbero un vegano solo con il profumo.

In questo agriturismo, affiliato ad ACLI TERRA, l’olio è un must e nell’offerta spiccano la Ravece e la Marinese, due straordinarie qualità autoctone.

Sulle tracce dell’olio vi proponiamo, poi, un cammino targato Unapol.

A Bonito cercate l’agriturismo “La Macchia”, una vera e propria oasi biologica, dove visitare un oliveto senza…macchia, ma curato con l’attenzione del rispetto dei cicli della natura, comprese le tecniche contro la fastidiosa mosca dell’olivo.

Un casale capace di ospitarvi e viziarvi con la ruralità più tradizionale.

In un altro centro della valle del fiume Calore, a Lapio, più verso Avellino, un riferimento va inserito nelle vostre agende: “La Fattoria di Maria Petrillo”.

Una azienda agricola dove innovazione e tradizione sono in equilibrio offrendo una ospitalità da osteria metropolitana di alto livello.

Un uliveto ricco di rievocazioni tradizionali così come la sala ristorante, ma contemporaneamente la volontà di esplorare l’innovazione della filiera enogastronomica.

Sono fantastiche le lasagne con le fave e una scoperta il baccalà con i ceci.

Parliamo di uliveti ed olive allora un salto in frantoio è obbligatorio, Azienda Fam a Venticano in piena Valle del Calore.

Un frantoio tenuto a lucido con la migliore tecnologia, capace di produrre miscele olearie fantastiche, sia tradizionali che aromatizzate. La struttura elegantemente gestita ha una sala degustazioni degna di un ristorante stellato.

E’ un frantoio incastonato in una collezione d’arte moderna.

I borghi sono tantissimi, abbiamo detto della affascinante Casalbore, ma vi invitiamo a conoscere la più nota Taurasi.

Il borgo dal quale partivano in treno le uve per salvare il Bordeaux quando era attaccato da batteri infestanti.

Anche qui i Normanni hanno lasciato un castello tutto da scoprire con una visita guidata sensoriale.

Per i golosi Taurasi potrebbe offrire del torrone artigianale di grande pregio.

Dal vino rosso del Taurasi potremmo passare a brindare più ad ovest in una cantina di storica fama.

A Sorbo Serpico, paese di 1000 abitanti, possiamo trovare la giapponesissima cantina di “Feudi di San Gregorio”.

Un giardino zen rilassante, così come le eleganti sale degustazioni, e un roseto quasi aventiniano.

Benvenuti in Irpinia e la inserirete tra le terre che regalano gusto e passione.

Nicola Tavoletta

Il florovivaismo italiano rappresenta un’importante ramo del comparto agricolo, basti pensare che l'export di piante e fiori italiano vale 1 miliardo di euro, mentre la produzione nazionale costituisce il 15% della intera produzione comunitaria.

Sotto il profilo economico, tale settore esprime il 6% della intera produzione agricola nazionale, per un valore di 2,5 miliardi di euro e con 21.500 imprese operanti: 14 mila producono fiori e piante in vaso e 7.500 piante per il vivaismo.

Anche se nel periodo marzo-aprile l’aumento dei costi dell'energia, conseguenti alla situazione internazionale, ha provocato ripercussioni anche per il comparto con una flessione fino al 4% del fatturato e fino al 5% sull'export nel secondo biennio del 2022, stiamo ancora parlando di un settore straordinariamente trainante.

Ora con i fondi del Pnrr per la forestazione urbana, per i quali sono previsti circa 330 milioni di euro, e con l’apertura di un apposito bando, si apre un nuovo scenario e nuove opportunità di crescita per il comparto.

ACLI TERRA, prima e  dopo il recente rinnovo del contratto di lavoro in questo comparto, ha posto all’attenzione degli amministratori locali la questione della rigenerazione urbana anche con incentivi per la realizzazione di boschi verticali nei condomini.

Questa soluzione risponde agli obiettivi della agenda 2020/30, elevando la qualità della vita urbana, non solo per effetti benefici ambientali, anche per quelli legati ad un nuovo stile influenzato dall’ambiente e non viceversa.

ACLI TERRA sostiene l’importanza dell’evoluzione del decoro urbano e ha in programma l’organizzazione di seminari online sulla realizzazione di orti domestici e boschi verticali, con la partecipazione la collaborazione di esperti.

"In questi giorni stiamo finalizzando per il Cdm un testo che preveda le modifiche all'Art 19 della norma sulla gestione della fauna selvatica: io credo che bisogna rafforzare le competenze regionali perché non si può pensare di agire a-scientificanente ma bisogna seguire le indicazioni dell'Ispra rispetto ai piani di selezione che le Regioni dovranno fare". E' quanto ha affermato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli a proposito della questione peste suina, nel corso di un'audizione alle Commissioni riunite Agricoltura di Camera e Senato sugli aggiornamenti del Psn.