02 Mag 2024

Acli Terra della Campania esprime grande soddisfazione alla bella notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea (C 448/39 del 25.11.2022) della domanda di registrazione dell’ IGP “Olio Campania” ai sensi dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli.

Un risultato importante che potrà portare risvolti economici tutt’altro che trascurabili per l’olivicoltura e per l’agricoltura tutta, in Campania. Fra qualche mese quindi anche la Campania potrà fregiarsi nel mondo di un ulteriore prodotto ad Indicazione Protetta, proprio l’Olio extra vergine di Oliva che è il simbolo nel mondo della Dieta Mediterranea, nata qui in Campania, e che oggi trova finalmente la sua più naturale denominazione.

L’obiettivo, raggiunto grazie all’impegno e perseveranza del Comitato Promotore, con il convinto sostegno dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, arricchisce il patrimonio Italiano dei prodotti di qualità che mettono al primo posto in Europa il nostro Bel Paese con 319 denominazioni DOP, IGP, STG e 526 vini DOCG, DOC e IGT, senza considerare poi il nutrito elenco di Prodotti PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) che conta ben 4.881 prodotti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate e praticate secondo regole tradizionali da almeno 25 anni.

La Campania si posiziona al secondo posto in Italia con ben 457 prodotti PAT registrati e vanta quindi un ricchissimo paniere di vini DOCG, DOC e IGT e altri 26 prodotti registrati DOP, IGP, STG, tra cui 15 DOP e 11 IGP (Nocciola di Giffoni, Castagna di Montella, Marrone di Roccadaspide, Marrone di Serino/Castagna di Serino, Limone Costa d'Amalfi, Limone di Sorrento, Melannurca Campana, Carciofo di Paestum, Rucola della Piana del Sele, Pasta di Gragnano e il Vitellone bianco dell'Appennino Centrale).

Per l’Olio Extra Vergine di Oliva, l’Italia conta ben 42 DOP di cui 5 in Campania, 2 in provincia di Salerno (Cilento e Colline Salernitane), 1 in provincia di Avellino (Irpinia-Colline dell’Ufita), 1 in provincia di Caserta (Terre Aurunche) e 1 in provincia di Napoli (Penisola Sorrentina). Questo nuovo riconoscimento amplia di molto la superficie e i quantitativi di olive prodotte ed atte alla produzione di olio a marchio riconosciuto e potrà avere un sicuro effetto traino per i quantitativi di prodotto da destinare alla vendita, con più filiera e più reddito per gli agricoltori. I dati Istat 2020 ci restituiscono dei dati preoccupanti dal punto di vista del numero delle aziende attive in Campania che fa registrare nell’ultimo decennio un calo demografico del 42% rispetto al 2010 portandole in Campania a 79.353 aziende.

Rispetto a questi dati Acli Terra ritiene necessario da parte della Regione un piano di rilancio delle produzioni in modo da assicurare anche alle piccole aziende, specie nelle aree interne e di montagna, un adeguato reddito e contenere così la costante decimazione di tante attività agricole che non sono più nelle condizioni di competere sui mercati convenzionali.

Turismo, Tipicità, Tradizioni e Ambiente sono i cardini su cui da sempre l’agricoltura Campana trova la forza per distinguersi in un mercato che tende ad appiattire le produzioni agroalimentari per fare speculazione economica e a scapito delle produzioni tradizionali, di nicchia e di qualità che invece rappresentano la principale rete di produzione locale e che custodiscono l’identità dei nostri popoli e dei nostri territori.

La sostenibilità non è solo ambientale ma occorre rispondere a criteri di sostenibilità economica per chi svolge questa importante attività e che diventa anche sostenibilità sociale per quelle agricolture, ormai eroiche, che sono costrette oggi a lavorare ai margini di una economia non più a misura d’uomo.

Acli Terra della Campania su questo tema si impegna a favorire ed accompagnare processi di aggregazione che pure sono necessari e che facilitano la formazione di micro filiere organizzate in funzione delle attuali esigenze produttive e di mercato ma anche per preservare le comunità locali e i loro territori dall’abbandono.

Si riparte quindi dalla rete rurale delle aziende agricole che svolgono attività connesse a contatto dei territori e che in Italia oggi sono quasi il 10% del totale e che svolgono attività ricettive o la trasformazione e la vendita dei prodotti aziendali. Una rete del gusto che percorre l’Italia da nord a sud, creata con ingredienti a Km0, prodotti dalla loro stessa attività o da aziende locali. Non solo. I dati Istat ci restituiscono dati incoraggianti sull’agricoltura di oggi che diventa sempre più anche produzione di energia rinnovabile, artigianato, fattorie didattiche e sociali. Le aziende agricole ci dicono quindi che la Sostenibilità è un lavoro quotidiano nella salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e della nostra cultura.

Nella giornata mondiale dell’Olivo, proclamata in occasione della 40ª Conferenza generale dell’UNESCO nel 2019 e che si svolge il 26 novembre di ogni anno, noi Campani non potevamo avere un regalo migliore con la pubblicazione della registrazione dell’IGP Olio Campania, a conferma che L’olivo è molto più di un semplice albero dal tronco nodoso ma è l’incarnazione emblematica dei valori di pace, saggezza e speranza, valore mondiale da incoraggiare nella protezione di questo albero e dei valori che incarna, al fine di apprezzarne l’importante significato sociale, culturale, economico e ambientale per l’umanità.

Così come la Dieta Mediterranea rappresenta l’esempio di corretta alimentazione ma anche di uno stile di vita a misura d’uomo, la giornata mondiale dell’olivo diventa emblematico rispetto allo sforzo che il mondo oggi deve compiere ed adattarsi ai cambiamenti climatici e che ci richiama tutti alla protezione del patrimonio culturale e naturale, compresi i paesaggi, la missione di tutti noi all’impegno necessario e più esteso nella sostenibilità ambientale.

Durante la Giornata Nazionale del Ringraziamento, oggi celebrata a Sessa Aurunca in provincia di Caserta, ricordiamo il martirio del sindacalista di ACLI TERRA Giuseppe Fanin, ucciso da tre militanti comunisti il 4 novembre del 1948 a San Giovanni in Persiceto, nella sua Emilia.
Fanin era un alfiere dei diritti dei lavoratori con la visione della dottrina sociale della Chiesa ed è stato barbaramente ucciso proprio per la capacità di sostenere i valori e gli ideali del sindacalismo cattolico a soli 24 anni.
Ieri ed oggi è un servitore di Dio ed è in corso un processo di beatificazione. ACLI TERRA ricorda la sua figura e oggi prende l'impegno di costruire un corso di formazione per i giovani dirigenti intitolato proprio a Giuseppe Fanin.
Una scelta culturale per alimentare il pensiero della dottrina sociale della Chiesa nelle generazioni. Un impegno vivo per un uomo che continuerà a tutelare i diritti per i lavoratori della filiera agroalimentare tramite le nuove generazioni.

La diocesi di Sessa Aurunca, domenica 6 novembre 2022, ospiterà la 72ª Giornata Nazionale del Ringraziamento. Titolo: «Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto» (Am 9,14). Custodia del creato, legalità, agromafie”.. La Giornata è preceduta, sabato 5 novembre ore 10:00, da un Seminario di studio

Roma, 24 ott. (LaPresse) -  A distanza di oltre 40 anni da quella tenuta nel 1978 dall'allora Sindaco Giulio Carlo Argan si è svolta la Seconda Conferenza Cittadina sull'Agricoltura organizzata dall'Assessorato all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale guidato da Sabrina Alfonsi.

Con la partecipazione di oltre 300 persone tra cui consiglieri comunali e regionali, presidenti e assessori municipali, è stata una giornata di studio e di confronto tra l'Amministrazione, le Università, gli Istituti di ricerca, le Associazioni di categoria, le imprese e la rete delle aziende agricole per fare il punto sul presente e il futuro del settore nel più grande Comune agricolo d'Europa.

Moltissimi i temi trattati grazie ai contributi di un panel di relatori di alto livello quali Lucina Caravaggi Ordinario di Architettura del Paesaggio Università La Sapienza di Roma, Giacomo Lepri Presidente Cooperativa Agricola CO.R.AG.GIO, Michele Munafò Ingegnere per l'Ambiente e il Territorio ISPRA, Fabio Ciconte Direttore dell'Associazione Terra!, Maurizio Martina Vice Direttore Generale Fao, Francesco Giardina Agronomo esperto in agricoltura biologica e politiche della qualità, Fabio Massimo Pallottini Presidente Italmercati CAR, Carlo Patacconi Presidente di Agricoltura Nuova,  Luciana Scrocca Imprenditrice agricola del Mercato Trieste, Simona Limentani Fondatrice di Zolle, Mario Ciarla Presidente ARSIAL e Enrica Onorati Assessora Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo della Regione Lazio.

È intervenuto in collegamento da Bruxelles il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Si sono aggiunti i contributi video di  Anna Scavuzzo Vicesindaca di Milano e quello delle città partner del progetto Fusilli.

Nella sua relazione, l'Assessora Alfonsi ha evidenziato, tra l'altro, i temi che legano l'agricoltura quale strumento di contrasto al consumo del suolo nel quale Roma ha, purtroppo, il primato tra le grandi città in Italia con una media di 90 ettari ogni anno. A tale azione di contrasto contribuiscono anche le oltre 150 esperienze di orti urbani, per i quali si è ripreso un programma di convenzioni con le associazioni che danno attuazione a un Regolamento comunale del 2015 rimasto fermo. C'è poi il fondamentale valore economico e di opportunità di nuova occupazione per cui il settore può avvalersi del supporto dell'Amministrazione. Per questo abbiamo voluto costituire una Direzione Agricoltura con uno Sportello di servizio a disposizione degli agricoltori. Gli investimenti sulle aziende agricole vanno orientati sulle direttrici della multifunzionalità e della sostenibilità ambientale. In questo quadro si inserisce il progetto di acquisizione dalla Regione Lazio al Comune della proprietà delle due più grandi aziende agricole pubbliche del territorio: la Tenuta del Cavaliere e di Castel di Guido con l'obiettivo di costruire un sistema di coprogettazione e di partenariato che porti ad accordi di filiera e di distretto e a progetti di agricoltura sostenibile con l'utilizzo delle energie rinnovabili e di modelli circolari per il trattamento dei rifiuti.

A sostegno di tali politiche il rinnovo dell'adesione ad associazioni di livello nazionale quali l'Associazione Città del Vino e dell'Olio, la partecipazione a eventi come Vinitaly, Terra Madre e la promozione del marchio IGP Olio Roma.

Infine, l'Assessora Alfonsi ha sottolineato il valore sociale dell'impresa agricola quale fattore di inclusione sociale e di tutela ambientale del territorio: promuovere, da parte dell'Amministrazione capitolina, grazie alla collaborazione con Arsial, la definizione di un bando per l'assegnazione di terre pubbliche a nuova imprenditoria agricola che agevoli soprattutto i giovani con un accompagnamento formativo e tecnico, significa dare nuove opportunità di occupazione, promuovere un'agricoltura di qualità che privilegi il biologico e le filiere corte, creare una raccordo con la rete delle mense aziendali e scolastiche che possano usufruire di prodotti a chilometro zero.

"Con questa Seconda Conferenza Cittadina sull'Agricoltura di Roma abbiamo voluto raccogliere l'eredità di quella, prima ed unica, voluta dal Sindaco Argan nel 1978, mantenendone la dicitura e, dunque, sviluppandone la visione e progettualità già allora straordinariamente lungimiranti, adeguate ai nuovi scenari imprenditoriali, ambientali e sociali che oggi, come Amministrazione, siamo chiamati ad affrontare. Roma è stata sempre associata alla definizione di più grande Comune agricolo d'Europa, uno slogan che è rimasto per decenni privo di contenuti veri, di progettualità concrete, di interlocuzione con una rete produttiva che conta circa 2.200 aziende nel territorio comunale. Il lavoro di sostegno e programmazione al settore su cui ci stiamo impegnando incrocia questioni cruciali quali quelle ambientali, quelle della qualità del cibo, a partire dalle mense scolastiche e aziendali, del contrasto al consumo di suolo. Questa Conferenza fornirà indicazioni fondamentali sul lavoro che abbiamo intrapreso" ha dichiarato l'Assessora Alfonsi.

(AGI) - Roma, 24 ott. - "Il Comune vuole sostenere fortemente le aziende agricole private che sono piú di 2200 all'interno del comune di Roma e mettere a disposizione terre pubbliche per nuove aziende agricole. Dobbiamo creare delle filiere corte e i distretti come previsti dalle leggi regionali, perchè ci permettono anche la commercializzazione dei prodotti romani, di denominazione, per aumentare il fatturato, perchè l'agricoltura può essere un volano di lavoro all'interno della cittá". Così l'assessora all'Agricoltura, all'ambiente e al ciclo dei rifiuti, Sabrina Alfonsi, alla II Conferenza sull'Agricoltura in corso a Roma. "I temi discussi nella I Conferenza Agricola, nel 1978, sono ancora attuali, ma vanno ripensati alla luce dei cambiamenti intercorsi - ha proseguito - il rapporto Ispra di quest'anno ci dice che Roma è la prima cittá per consumo di suolo, ogni anno se ne vanno 90 ettari di territorio e per frenare una cittá che corre verso l'esterno, bisogna valorizzare il verde. Per questo regolarizzeremo le aziende che oggi lavorano con le licenze scadute e aiuteremo i pastori che oggi lavorano in difficoltá".

(DIRE) Roma, 19 ott. - "Tra i 62 articoli del  'Collegato' al bilancio, ultimo atto della quasi ex giunta Zingaretti, troviamo veramente di tutto e di più. Tra le tante stranezze presenti troviamo all'art. 15 le disposizioni per il recupero e la valorizzazione dei terreni incolti e abbandonati che prevede una complessa, macchinosa, anacronistica e discutibile procedura di quella che sembra essere a tutti gli effetti una vera espropriazione della proprietà privata. In sostanza l'Arsial, in collaborazione con i comuni, provvede al censimento dei terreni incolti e abbandonati presenti nel territorio regionale. Dopo di che la direzione regionale competente in materia di agricoltura comunica ai proprietari o aventi titolo l'avvio del procedimento per l'inserimento nella Banca della terra, specificando che i terreni saranno oggetto di procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione a terzi con corresponsione di un canone a fronte del loro utilizzo. A questo punto i proprietari o aventi titolo comunicano il proprio consenso ovvero presentano osservazioni per opporsi all'inserimento nella Banca della terra, ma spetterà poi alla direzione regionale prendere atto dei consensi comunicati e verificare le eventuali osservazioni, per poi predisporre un elenco dei terreni incolti e abbandonati censiti. Questo significa che chi è proprietario di un terreno non è più libero di gestire come meglio crede il proprio bene e di dire semplicemente 'no' all'inserimento nella Banca della terra perché in ultima istanza sarà la Regione a decidere. Non è forse questa un'idea che ricorda l'ideologia bolscevica? Ci sono strumenti molto più moderni e meno complicati per incoraggiare la coltivazione o la manutenzione delle terre agricole".
Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di FdI, Massimiliano Maselli.