19 Apr 2024

Roma, 12 dic - (Nova) - Con la pubblicazione del decreto di indizione delle prossime elezioni regionali, in programma il 12 e 13 febbraio 2023, Mario Ciarla ha rassegnato le proprie dimissioni da presidente del Cda di Arsial. La presidenza di Ciarla, iniziata nell'ottobre 2020 in piena crisi pandemica, si è caratterizzata sin dall'inizio per l'attenzione al macrotema dello sviluppo e dell'innovazione agricola, declinato in tutti i suoi aspetti piú rilevanti, dalla tutela dell'agrobiodiversitá autoctona al trasferimento di conoscenza, fino alla promozione del patrimonio enogastronomico regionale, manifestando in ogni contesto, anche internazionale, una spiccata competenza manageriale unita a una grande sensibilitá umana. Salutando i dipendenti, nel corso di un momento privato, Ciarla ha tenuto a ricordare la profonditá del legame che lo unisce ad Arsial e all'intero settore: "Per me è stata una grande avventura, tanto sotto l'aspetto umano che professionale.
Sotto stati due anni intensi, ma anche molto belli, pieni di attivitá e iniziative, trascorsi con la convinzione che l'agricoltura, la tutela dell'ambiente naturale, la salute e l'alimentazione, siano aspetti chiave, strategici nella costruzione di un futuro piú equo e di una societá sostenibile, tanto per gli individui che per i territori".
A nome dell'intera Agenzia, il direttore generale Maria Raffaella Bellantone ringrazia Ciarla per la disponibilitá e l'impegno profusi alla guida di Arsial, nel corso dei due anni della sua presidenza: "Desidero rivolgere all'ing. Mario Ciarla un caloroso ringraziamento, a nome mio e dell'intero personale, per la coerenza nell'operato, la competenza dimostrata e la sensibilitá nell'agire, espresse in questi due anni di amministrazione. Due anni nei quali è stata promossa, in perfetta continuitá amministrativa con gli indirizzi della giunta regionale, una proficua azione di sostegno ai produttori e alle imprese della filiera laziale, tanto nell'attuazione delle politiche di sviluppo agricolo, quanto nella valorizzazione del nostro straordinario patrimonio agroalimentare". A Mario Ciarla vanno i migliori auguri dell'Agenzia per il prosieguo di una felice attivitá professionale. Lo comunica in una nota l'ufficio stampa di Arsial. (Com)

La fucina italiana dell’olio affonda. Secondo le ultime stime dell’Ismea, la produzione 2022 di olio extravergine d’oliva pugliese è crollata del 52%, praticamente dimezzata. Con 60 milioni di ulivi, la Puglia da sola ospita quasi il 32% di tutta la superficie nazionale coltivata a ulivi, il 40% di quella del Mezzogiorno e l’8% di tutta quella dell’Unione europea. La produzione lorda regionale, che vale un miliardo di euro, è dunque a rischio, e con essa le rese e la capacità di export di un’intera nazione; quasi un’azienda olivicola su dieci lavora in perdita e, di questo passo, rischia la chiusura.
Le ragioni di questa crisi? Una, ormai è chiaro da tempo, è l’inarrestabile diffusione della Xylella. L’ultima zona rossa è stata dichiarata proprio in questi giorni tra Monopoli e Polignano. Dall’ottobre del 2103, da quando cioè a Gallipoli fu trovata la prima pianta infetta, l’avanzata di questo insetto killer in Puglia non si è mai fermata. Ad oggi ha colpito oltre 8mila chilometri quadrati di terreni, il 40% del territorio pugliese, con oltre 21 milioni di ulivi infettati, molti dei quali monumentali, e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva.


Ma il vero killer delle olive pugliesi è stata la siccità: quella, durissima, di quest’anno, si è andata a sommare alla mancanza di piogge registrata già nel 2021.Un combinato disposto che ha dimezzato il numero dei frutti degli alberi fino a renderli di fatto improduttivi. Infine, come per ogni settore dell’economia, anche l’olivicoltura pugliese ha subito l’esplosione dei costi.  I rincari diretti e indiretti determinati dall’energia vanno dal+170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne. A questo va aggiunto il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, le etichette aumentate del 35%, i rincari del 45% del cartone e quelli del 60% della banda stagnata. E mentre i costi crescono, dicono gli olivicoltori, i ricavi delle imprese scendono, anche se il carrello della spesa delle famiglie registra un aumento dei prezzi al dettaglio.


L’Italia è ancora fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti, e rappresenta il 15% dei consumi mondiali. Il mercato internazionale, peraltro, continua a rispondere bene all’olio extravergine di oliva italiano: secondo l’ultimo report della Coldiretti, le esportazioni di olio made in Italy nel 2022 sono balzate del 23% in valore. Il 62%dei ricavi viene realizzato negli Stati Uniti, seguiti da Germania, Francia, Giappone e Canada. Saprà l’Italia garantire prodotto per tutti anche nel 2023?


Nel mondo il 75% dei consumatori, sostiene l’associazione degli agricoltori, si dichiara propenso all’acquisto se si tratta di prodotto italiano e la maggioranza assoluta dichiara che al momento di acquistare un olio extravergine d’oliva non bada al prezzo per avere la massima qualità. I consumatori usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva.


Se la produzione pugliese tracolla, però, il resto della frangitura italiana non ride. Cambiamenti climatici e caro-materie prime hanno ridotto la produzione nazionale di quest’anno di circa un terzo. Il calo è diffuso soprattutto al Sud Italia, ma anche nelle regioni centrali - come Lazio e Toscana - l’andamento delle rese è stato macchia di leopardo. Ad essere andata meglio è stata la produzione del Nord, che ha segnato addirittura un aumento attorno al 40-60% fra Liguria, Lombardia e Veneto. In Italia la produzione di olio extravergine d’oliva conta su 250 milioni di piante e genera un giro d’affari complessivo intorno ai 3 miliardi di euro tra aziende agricole, frantoi e industrie della trasformazione.

(DIRE) Roma, 1 dic. - "Abbiamo dato mandato di pagamento ad Agea per 10.600 imprese che hanno aderito ai bandi per le misure 10, 11 e 13 del Programma di Sviluppo Rurale del Lazio per un totale complessivo liquidato di 32 milioni di euro. Parliamo nello specifico di 2.000 domande e di 6 milioni di euro per la misura 10 del PSR Lazio che ha come obiettivo stimolare il miglioramento dei metodi di produzione agricola, rendendoli compatibili con la salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio, delle risorse naturali e della biodiversità; di 3.650 domande e quasi 18 milioni di euro per l'agricoltura biologica promossa dalla misura 11 e di 4.950
domande per un totale di 8 milioni di euro per le zone montane".
Lo annuncia in una nota l'assessora regionale ad Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo; Pari Opportunità, Enrica Onorati.
"Ringrazio le strutture amministrative che stanno lavorando intensamente per procedere in tempi brevi con istruttorie e decreti di pagamento, che permetteranno una notevole immissione di liquidità sul territorio, che ci auguriamo sostenga le nostre imprese provate dal succedersi di criticità, nazionali e internazionali", conclude Onorati.
(Com/Ros/ Dire)

“GUSTO MONDIALE”, rubrica promossa da ACLI Terra, CAA ACLI e UNAPOL. Si tratta di una serie di incontri coordinati da quattro conduttori: Roberto Pagano, Mena Rota, Stefania Ferrara e Francesco Vitale che verteranno su esperienze della filiera agroalimentare, prodotti che raccontino metodologie di lavoro e ricette che vengono accostate ad una giornata del mondiale di calcio in particolare modo ad una storia o ad una partita.

Gli ospiti che si avvicenderanno saranno agricoltori della filiera olivicola dell’UNAPOL, aziende agricole dell’ospitalità affiliate ad ACLI TERRA, ma anche da lavoratrici e lavoratori e professionisti che seguono le imprese agricole, ittiche e imprese della trasformazione agroalimentare.

Tra gli opinionisti che animeranno le puntate ci saranno il presidente nazionale di ACLI TERRA Nicola Tavoletta, i dirigenti regionali e provinciali della stessa organizzazione e giornalisti sportivi legati al mondiale.

Per ascoltare le puntate in diretta, collegati su Radio Magistra Web

I podcast delle puntate verranno pubblicati sul sito di Italia Stampa

 

#gustomondiale

(DIRE) Roma, 24 nov. - L'agricoltura italiana "è la più green d'Europa con la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (319), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori". Così Coldiretti in occasione dell'inaugurazione del XX Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione in corso a Villa Miani a Roma.
L'Italia è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi.
Anche per quanto riguarda la frutta l'Italia primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.